M5s. È in forse la partecipazione del M5s alle consultazioni che ci saranno per l'incarico a Matteo Renzi. La questione, secondo quanto si apprende, è molto dibattuta dentro il Movimento che giudica questa una crisi extraparlamentare e che è ancora ai 'ferri cortì con il Capo dello Stato nei cui confronti ha presentato anche la richiesta di messa in stato di accusa. A decidere se partecipare all'iter per la formazione del nuovo governo sarà quindi l'assemblea dei parlamentari che si riunirà nei prossimi giorni anche con questo punto all'odg.
Gasparri, FI. «Sul piano politico vedremo sopratutto per quanto riguarda legge elettorale e riforme se, come noi vogliamo, saranno confermati gli obiettivi concordati. Sul piano del metodo siamo tornati ai secoli oscuri. Si dice una cosa, se ne fa un'altra. A Palazzo Chigi solo con il voto, giurava Renzi, ora ci vuole andare senza elettori, con la tipica riunione di partito da anni Sessanta che in una stanza senza popolo diventa una mini assemblea di killer». Lo dice il vicepresidente del Senato Maurizio Gasparri secondo il quale «un fiume di parole cercherà di appannare questa verità. Ma così è se vi pare».
Serracchiani, Pd. «Il segretario Renzi è stato convincente e coraggioso e il partito è stato compatto». Così la presidente del Friuli Venezia Giulia commenta l'esito del voto oggi a Roma in direzione nazionale Pd. «Oggi il partito ha discusso e ha preso una decisione difficile in una situazione estremamente complessa ma - aggiunge Serracchiani - penso che abbiamo dato prova di responsabilità di fronte al Paese. Il Pd si fa carico di guidare le riforme e le misure urgenti per uscire dalla crisi, e lo fa - conclude - mettendo alla guida il suo segretario nazionale».
Ferrero, Rifondazione.«Lo sfratto di Letta ci parla del completo degrado della classe dirigente del Pd. Mentre il Paese va a rotoli, Renzi, senza fare nessuna proposta su cosa fare per uscire dalla crisi, si occupa della sua collocazione personale. Almeno l'orchestra sulla tolda del Titanic suonava buona musica, invece questi se le suonano di santa ragione favorendo l'affondamento del Paese». Lo afferma Paolo Ferrero, segretario nazionale di Rifondazione Comunista.
Salvini, Lega. «Un minuto dopo l'incarico a Renzi, come segretario della Lega gli chiederò un incontro per sapere quello che vuole fare»: lo ha detto all'ANSA Matteo Salvini. «Ciò - ha aggiunto - premesso che per noi la via maestra in un Paese normale sarebbero le elezioni».
Meloni, FdI. «Sviluppi imbarazzanti dello scenario politico nazionale. Nel peggiore stile della prima repubblica apprendiamo dalla sede di un partito che è in atto una crisi e che un governo non scelto dal popolo viene rimpiazzato da un altro esecutivo senza che gli italiani, ancora una volta, siano presi in considerazione. Addirittura senza che il governo sia stato sfiduciato nelle aule del Parlamento. In questi istanti un pugno di 'capi correntè sta decidendo che a breve verrà nominato il terzo presidente del consiglio, in soli 28 mesi, non espressione della volontà popolare. Renzi, infatti, non può certo pensare che le primarie interne e autoreferenziali di un partito, alle quali hanno partecipato meno di due milioni di persone, possano sostituirsi alle elezioni nazionali». Lo dichiara il presidente dei deputati di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni.
Vendola, Sel. «Quello che sta accadendo è una tipica manovra di Palazzo, con un copione anche molto triste dal punto di vista dei rapporti umani». Lo ha detto il leader di Sel, Nichi Vendola. «Ho ascoltato con molta attenzione la relazione, breve e veloce, di Matteo Renzi, con cui ha liquidato senza nessuna analisi di merito l'esperienza del governo Letta. Ha parlato di un cambiamento che - secondo Vendola - non ha alcuna relazione con le ragioni della crisi sociale, di quel che c'è fuori dal Palazzo».
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