Bossi: «Milioni pronti a combattere
per la Padania, ma meglio il referendum»

Il tricolore esposto dal figlio della signora Lucia
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Domenica 18 Settembre 2011, 13:06 - Ultimo aggiornamento: 10 Febbraio, 00:45
ROMA - C' ancora il tricolore che sventola dalla finestra della signora Lucia, a Venezia, sbattuta in faccia alla manifestazione leghista che conclude a Riva degli Schiavoni la folcloristica discesa del Po. A esporlo il figlio della donna, con indosso una maglia rossa con l'immagine di Ernesto Che Guevara: «Sì, sono il figlio della Lucia e sono qui con il tricolore», spiega a chi gli chiede informazioni. Un gruppo di leghisti ha esposto un grande striscione per coprire in parte la visuale del palazzo con il tricolore. Ieri in città c'erano stati scontri e feriti durante la manifestazione contro la Lega Nord.



Gli animi in casa leghista sono surriscaldati, dopo le polemiche degli ultimi giorni. C'è un ministro, Calderoli, che dice che «ci hanno spaccato i coglioni i giornalisti che continuano a scrivere che nella Lega ci sono le divisioni». Calderoli nega la teoria dei fratelli coltelli, ma se ne esce con una frase significativa: «Chi va a votare vota sullo spadone di Alberto da Giussano e non sullo spadino di quattro sfigati». E Maroni gli fa eco: «Voglio ringraziare oggi il ministro Calderoli: leggo spesso sui giornali che io sono contro di lui e lui contro di me. Sono tutte balle, non leggeteli! Lo ringrazio perchè è un grande lavoratore; non ho mai visto uno che lavora tanto come lui anche di notte. Andare avanti è difficile ma per noi il governo non è un mezzo ma un fine per combattere la nostra battaglia sul federalismo, ci saremo finchè ce lo dirà Umberto Bossi. Quello è che mentre noi ci danniamo l'anima la politica romana si occupa di complotti di palazzo, il fango gettato da settimanali e siti internet, da mascalzoni di Roma e di Milano». Il ministro leghista si riferisce ad alcuni scandali come «case prese in affitto da qualcun altro, intercettazioni, eccetera eccetera. Questo mondo non ci appartiene».



Arriva infine il turno di Umberto Bossi. Che ovviamente rispolvera tutto il trito armamentario legato alla Padania, alla secessione e ai milioni di cittadini del Nord pronti a combattere, ma fedele alla line adella lotta e del governo frena poi parlando di referendum per l'indipendenza. «Certamente la libertà non si conquista solo con le manifestazioni ma preparandosi alla lotta, appena la Lega porterà tutto a casa. Ci sarà una nuova manifestazione in primavera come quella sul Po. Fate bene i conti. In Padania ci sono milioni di persone pronte a combattere - dice il Senatùr dal palco della Festa dei popoli padani - Un piccolo sforzo lo abbiamo già fatto portando a casa il federalismo fiscale. Non è ancora ottenere la libertà ma non vogliamo fermarci a metà strada. I popoli hanno diritto alla propria libertà. Abbiamo diritto alla nostra libertà e se fosse necessario abbiamo la forza per ottenerla. La prossima volta ci vedremo in posti bellissimi ma prima di allora alcuni diritti saranno presi per via referendaria».



«Bisogna trovare una via democratica forse referendaria perchè un popolo importante e lavoratore come il nostro, non può essere costretto a continuare a mantenere l'Italia - continuao Bossi - D'altra parte se l'Italia va giù la Padania va su. Bisogna trovare la stradaperchè la gente non ne può più, ma io sono per trovare la via democratica». Bossi è stato accolto mentre saliva sul palco dalle grida «secessione, secessione». «Secessione... chi è quel genio che ha trovato la soluzione? - commenta con una battuta Bossi - Ma come si fa a stare in un Paese che sta addirittura perdendo democrazia? Il fascismo è ritornato con altri nomi e facce».



Anche Bossi ne ha per i giornalisti: «Sono dei grandissimi stronzi. Sono degli Iago che parlano sempre male e raccontano bugie continuamente. Ed ora, visto che non possono attaccare me, attaccano la mia famiglia. Sono tutti contro la Lega perchè vuole cambiare le cose ma le cose cambieranno comunque perchè quando finiscono i soldi la gente perde la pazienza».



«Abbiamo salvato noi della Lega le pensioni, se non c'eravamo noi non so come finiva. Ma l'abbiamo spuntata - continua Bossi - Dicono che io mostro il dito, sì! Io mostro il dito perchè so che cosa vuol dire aver lavorato una vita e non essere sicuri di avere la pensione. Eravamo in pochi ma la vecchia Lega ce l'ha fatta, Abbiamo fatto resistenza e alla fine abbiamo convinto Berlusconi e Tremonti. Sono contento la battaglia sulle pensioni l'abbiamo fatta per voi, l'abbiamo fatta per i vecchietti, come quello che in un supermercato di Milano era stato beccato a rubare una bistecca perchè era senza soldi».



Bossi ha celebrato poi il rito dell'ampolla versando in laguna l'acqua raccolta alle sorgenti del Po. Accanto a lui il figlio Renzo, il ministro Calderoli (in lacrime), i parlamentari Bricolo, Rosi Mauro e Francesca Martina, il governatore del Piemonte Roberto Cota e il segretario veneto Gianpaolo Gobbo. Prima di versare l'acqua Bossi ha bagnato con l'ampolla le teste del gruppetto che gli era accanto.
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