come di «sinistra» e sperano nella discesa in campo di Giorgia Meloni, che «potrebbe unire tutti».
Il vicepresidente del Senato oggi ha avuto un colloquio telefonico con Silvio Berlusconi per spiegargli la sua proposta: «Ho sentito il presidente Berlusconi. Gli ho prospettato l'esigenza che per vincere a Roma bisogna unire le forze di centrodestra e le presenze civiche come Marchini, altrimenti al ballottaggio ci vanno solo il Pd e i grillini.
Berlusconi - dice Gasparri - ha detto di essere razionalmente d'accordo. Quel che conta innanzitutto è il metodo, è solo una questione di metodo: solo una convergenza ampia porta alla vittoria: quindi, bisogna subito istituire un tavolo di confronto per trovare una sintesi e decidere il candidato».
«Chi vuole fare il sindaco di Roma -avverte Gasparri- deve mettersi davanti allo specchio per un quarto d'ora, farsi delle domande e darsi delle risposte e decidere...se je regge 'a pompa. Perchè se non si hanno le idee chiare come Marino, che si è dimostrato totalmente inadeguato, è meglio starsene a casa. Lo ripeto, si deve partire dal metodo: sediamoci a un tavolo e parliamo per trovare una sintesi». Il «candidato giusto è l'unione delle forze di centrodestra e delle presenze civiche come Marchini, alternative a Grillo e Pd».
Fabio Rampelli, capogruppo alla Camera di Fdi, si tira fuori dal totonomine di questi giorni: «Si ragiona
sulle soluzioni e non sui nomi». La Meloni è in campo? «Meloni -replica Rampelli - ha già dato la sua disponibilità a lavorare per costruire il nuovo cantiere del centrodestra a Roma, a prescindere dai ruoli. Il centrodestra vince le elezioni solo se è unito, questo è chiaro».
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