La sua vita era stata un inferno: secondo Ashlee Martison, 18 anni, la madre aveva costretto lei e le sue sorelle a vivere in un incubo causato dai suoi partner violenti e senza scrupoli che avevano vissuto sotto il loro tetto a Piehl, nel Wisconsin. Picchiata e abusata fin dalla tenera età, sfogava tutta la sua rabbia sul suo blog, dove raccontava la voglia di sangue e di vendetta sotto il nome di Vampchick. Fino al giorno in cui ha deciso di uccidere, nella speranza di una nuova vita lontana da casa con il suo fidanzatino: adesso, dopo oltre un anno di prigione, Ashlee ha deciso di lasciarsi alle spalle la sua immagine di ragazza con problemi mentali e di confessare ogni singolo dettaglio di quel giorno che le ha cambiato la vita.
Ashlee era esasperata da giornate piene di violenza e da una vita che non aveva scelto: secondo quanto ha raccontato alla polizia, aveva subìto abusi sessuali fin dall'età di 9 anni. Uno dei compagni della madre Jennifer Ayers, 40 anni, era solito bruciarle la pelle con le sigarette e violentarla. Poi negli anni successivi era arrivato un nuovo uomo: la madre lo aveva incontrato on line e nel 2011 lo aveva sposato. Un altro inferno sotto lo stesso tetto di Thomas Ayers, 37 anni, condannato diverse volte per guida in stato di ebrezza e di violenza sessuale su un bambino di età inferiore ai 15 anni. Un uomo violento che, come raccontano anche le sorelline di 9, 8 e 2 anni di Ashlee, le colpiva con la cintura e le prendeva a pugni. «Un giorno sparò al nostro cucciolo di cane e diede il corpo in pasto agli orsi» hanno raccontato le bambine.
Il giorno in cui compiva 17 anni, il vaso per Ashlee era stracolmo: si era svegliata e aveva sentito ancora una volta Thomas picchiare la madre. «Ne ho abbastanza – scrisse al suo fidanzatino 22enne Ryan Daniel Sisco – Non posso più accettare questo schifo. Se non lo lascia, la uccido e sparisco. Per lui basta prendere una delle sue pistole e sparargli nel cervello».
Poche ore dopo Ashlee trasformava in realtà il suo piano di morte: diede alle sorelline snack e succhi di frutta, organizzò per loro un gioco in una stanza e le chiuse là dentro, legando una corda intorno alla porta. Poi massacrò la madre con un coltello e uccise con una pistola il patrigno.
Quando le bambine riuscirono a scappare dalla stanza, Ashlee non c'era più: era fuggita in Indiana con il suo fidanzato Ryan.
Ashlee venne arrestata poco dopo, ma solo in queste ore ha ammesso il duplice omicidio: a giugno si era dichiarata non colpevole a causa di una malattia mentale, ma adesso ha deciso di ripiegare sulla verità. Con una confessione, due capi di imputazione per omicidio di secondo grado e tre capi per imprigionamento delle sorelle, Ashlee potrebbe rimanere in carcere per 40 anni. Secondo l'emittente WHBL-AM, se non avesse confessato e i giudici l'avessero dichiarata colpevole avrebbe rischiato l'ergastolo.
Il fratello del suo patrigno, Don Ayers, non è felice per il patteggiamento: «Il giorno prima degli omicidi, ha scritto su Facebook che voleva ucciderli - ha detto alla rivista People - Per me è stato premeditato.