«Sofia, ti difendiamo noi», la solidarietà dei soldati Usa per la bimba musulmana spaventata da Trump

«Sofia, ti difendiamo noi», la solidarietà dei soldati Usa per la bimba musulmana spaventata da Trump
di Anna Guaita
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Mercoledì 23 Dicembre 2015, 23:07 - Ultimo aggiornamento: 27 Dicembre, 17:34

NEW YORK – Sofia non ha più paura. Dopo che il suo caso ha riscosso la solidarietà di centinaia di veterani e di migliaia di persone, la piccola texana non teme più di essere espatriata da Donald Trump perché la sua famiglia è musulmana.

La signora Melissa Chance Yassin non riusciva a capire cosa stesse causando tanta ansia e agitazione nella figlioletta di otto anni. La vedeva controllare la serratura della porta tre-quattro volte ogni sera. Quando poi l’ha vista accumulare in una valigia vari oggetti che sapeva le erano molto cari, finalmente è riuscita a convincere la bambina a confessare cosa la stava spaventando: Sofia aveva sentito in tv il candidato repubblicano annunciare più e più volte che gli Stati Uniti debbono troncare ogni rapporto con i musulmani e devono bloccare loro l’ingresso nel Paese, e ne era rimasta spaventatissima. La piccola si era convinta che presto i soldati sarebbero venuti a prelevare la sua famiglia, e si stava preparando a essere buttata fuori dalla sua casa e dal suo Paese.

Per la mamma è stato uno shock. La signora è una pacifista, attiva in movimenti per la collaborazione fra fedi e ideologie, ed è uno dei soci dell’associazione texana di beneficenza “The Unity Movement”. Così lo scorso 9 dicembre si è sfogata sulla sua pagina FaceBook: «E’ triste il giorno in cui devo confortare la mia bambina di otto anni perché ha sentito un uomo con i capelli biondi annunciare che tutti i musulmani devono essere buttati fuori». Le parole di Melissa, sono diventate virali, e sono state lette da una veterana dell’esercito, Kerri Peek, che ha subito lanciato un appello ai suoi commilitoni perché dichiarassero solidarietà alla bambina. La stessa Peek, ripescando la sua foto quando era soldato, ha lanciato l’ashtag IwillProtectYou (io ti proteggerò), che a sua volta è diventato virale. Centinaia di veterani - musulmani e non - hanno voluto dare la loro solidarietà a Sofia e a tutti i bambini americani di fede musulmana.
 
«Sofia io ti proteggerò con la voce, la penna, il mio nome, il mio sudore e il mio sangue: questo è stato il mio giuramento quando mi sono arruolato, e lo ripeto ora» ha twittato il veterano Graham Scott.  Dal canto suo Elizabeth April, membro della Guardia Costiera, ha scritto: «Sofia, tu sei il motivo per cui mi sono arruolata. Non chiedo di che religione sia la gente: ho giurato di aiutarla. Punto». Anthony Raffety le ha scritto: «Sofia, sono un americano, un Marine e un padre. Non aver paura, ti proteggerò io». Mentre Teri Bossard, della Guardia Nazionale dell’Alabama le ha scritto: «Le persone come te sono  la ragione per cui mi sono arruolata».
 
La notizia ha fatto il giro del mondo. Oggi su tweet Sofia riceve messaggi e incoraggiamenti da ogni tipo di persona, non solo veterani, e da ogni Paese, inclusa l‘Italia. E la madre rivela: «Abbiamo letto messaggi provenienti da cristiani, atei, ebrei, persone di ogni classe, di ogni età. Sofia è stata sommersa da un’ondata di sostegno e amore. Ora capisce che siamo tutti parte di un unico tessuto, che è l’America».
 
 
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