California, sopravvissuta a una caduta di 70 metri: «Così ho resistito sette giorni senza acqua»

Angela Hernandez con Chelsea Moore, la donna che - insieme al marito - l'ha trovata sulla scogliera
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Martedì 17 Luglio 2018, 14:23 - Ultimo aggiornamento: 20:54
“Non mi ricordo molto della caduta. Mi dicono che sono caduta da circa 70 metri di altezza”. È terribile, e in alcuni tratti commovente, il racconto che Angela Hernandez ha affidato a Facebook della sua incredibile avventura da sopravvissuta: sette giorni di disperata solitudine trascorsi su una scogliera della California, dopo un incidente stradale che l'ha fatta precipitare nel vuoto con la sua automobile. “Stavo passando per il Big Sur (la regione californiana che si affaccia sul Pacifico, ndr.) quando all'improvviso un piccolo animale mi si è presentato in mezzo alla carreggiata, costringendomi a sterzare e facendomi perdere il controllo del veicolo”. Quindi il volo di 70 metri, l'impatto con gli scogli e la sabbia, la perdita dei sensi e il risveglio con l'acqua dell'oceano che aveva invaso l'abitacolo coprendola fino alle ginocchia.

“La testa mi faceva male, sanguinava. I vetri erano chiusi. Mi sono tolto le cinture di sicurezza e ho trovato un attrezzo multiuso che avevo nel cruscotto. Ho cominciato a colpire il finestrino. Sentivo dolori in ogni osso del mio corpo. L'unica cosa che mi veniva in mente era mia sorella Isabella. Mi sono messa a urlare il suo nome”. Infine Angela è riuscita a rompere il vetro, è uscita dalla macchina immergendosi nell'acqua. Ha nuotato, si è portata all'asciutto e si è addormentata.

È cominciata così una settimana di sopravvivenza sulla scogliera. Per sette giorni la donna ha camminato tra gli scogli e la sabbia cercando un punto della costa in cui la scogliera fosse scalabile. Ogni tanto urlava a tutta voce, nonostante i dolori alle costole e alle spalle, sperando che qualcuno potesse servire. Al terzo giorno Angela sentiva gli effetti della disidratazione sul suo corpo, aveva i pantaloni e i calzini completamente stracciati e ancora non aveva trovato tracce di altri esseri umani. È tornata alla sua automobile per cercare qualsiasi oggetto che le potesse tornare utile: il più prezioso si è rivelato un tubo di 25 centimetri di lunghezza che doveva essere caduto dal motore o da qualche altra parte del mezzo. Con quello è riuscita a raccogliere le gocce d'acqua che cadevano dal muschio cresciuto sulla scogliera: “Ho preso l'acqua tra le mani e l'ho assaggiata: era fresca!!! Ne ho messa insieme la maggior quantità possibile con il mio tubicino, e sono rimasta lì a bere forse per un'ora. Questo diventò il mio rituale quotidiano”.

La salvezza è arrivata al settimo giorno, quando una coppia di escursionisti per puro caso si è imbattuta in Angela. Sono stati loro i primi a soccorrerla e a chiamare aiuto. Trasportata in ospedale con un elicottero, adesso la ragazza è ricoverata con un'emorragia cerebrale, quattro costole fratturate, entrambe le clavicole rotte, un distacco polmonare, la rottura dei capillari degli occhi e ustioni della pelle per l'eccessiva esposizione al sole. “Ma alla fine tutto questo non conta. Oggi mi sento come se avessi tutto quello che desidero. Sono seduta nel mio letto d'ospedale, rido con mia sorella fino a che le ossa non mi fanno male. Ho incontrato alcuni degli esseri umani più meravigliosi che mai mi capiterà di conoscere nella mia vita. Ho provato qualcosa di così unico e terrificante, e ora non posso credere che per me in questa vita non ci sia un scopo più grande. Insomma, ragazzi, la vita è incredibile”.

(Nella foto, Angela Hernandez con Chelsea Moore, la donna che - insieme al marito - l'ha trovata sulla scogliera)
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