Al secondo posto, ma molto distanziato e con una percentuale di circa il 14%-15% di consensi si piazza l'ex ombudsman Sasha Jankovic, seguito dal giovane e eccentrico campione dell'anti-politica e anti-establishment Luka Maksimovic, alias Ljubisa Preletacevic Beli, con poco più del 9%, mentre al quarto posto figura l'ex ministro degli esteri Vuk Jeremic che avrebbe ottenuto il 5,5%. Percentuali minori sono andate all'ultranazionalista Vojislav Seselj e agli altri sei candidai in lizza. Una mancata vittoria al primo turno sarebbe stata una mezza sconfitta per il premier, che al seggio stamane si era augurato un esito elettorale a favore della stabilità della Serbia e della continuità delle riforme. Confermando la sua eccentricità e spirito provocatorio, Luka Maksimovic si era dichiarato voncitore già pochi minuti dopo la chiusura dei seggi. «Abbiamo stravinto con oltre il 67%», ha detto. Al suo quartier generale hanno immediatamente preso a festeggiare con canti, balli e fuochi artificiali. Le operazioni di voto - che si sono tenute anche per i serbi del Kosovo con la supervisione dell'Osce - si sono svolte in modo sostanzialmente corretto e regolare. Come hanno riferito sia la commissione elettorale che i vari gruppi di osservatori, alcune irregolarità minori denunciate da più parti e taluni casi di pressioni e tentativi di comprare voti non sono stati tali da inficiare il regolare svolgimento della consultazione. L'affluenza è risultata intorno al 50%, in calo di circa due punti sulle precedenti presidenziali del 2012, vinte da Tomislav Nikolic al ballottaggio su Boris Tadic.
Vucic, che è premier dal 2014, votando stamane al suo seggio di Belgrado, si era detto fiducioso che le elezioni potranno garantire alla Serbia ulteriore stabilità e il prosieguo delle riforme economiche, importanti per il cammino europeo del Paese.
L'integrazione europea è stato infatti finora uno degli obiettivi prioritari di Aleksandar Vucic, un ex ultranazionalista e ministro dell'informzione di Slobodan Milosevic, convertitosi una decina di anni fa a posizioni molto più moderate e apertamente filoeuropeiste. Cosa questa che gli ha guadagnato i favori delle cancellerie europee, a cominciare dalla cancelliera Angela Merkel. Ma Vucic ha detto chiaramente che non intende rinunciare ai buoni rapporti con la Russia di Vladimir Putin, con il quale mantiene relazioni molto strette e amichevoli. Gli osservatori ritengono che, con il successo nelle presidenziali, Vucic darà maggiore visibilità e peso politico alla carica di capo dello stato, che in Serbia è prettamente simbolica e cerimoniale.
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