Russiagate, esplode anche il caso Facebook: Venduti spazi a chi diffonde fake news contro Hillary Clinton

Russiagate, esplode anche il caso Facebook: Venduti spazi a chi diffonde fake news contro Hillary Clinton
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Venerdì 8 Settembre 2017, 09:19 - Ultimo aggiornamento: 9 Settembre, 14:00
L'INCHIESTA
NEW YORK Finita la pausa estiva, il Russiagate torna in primo piano. Mentre continua l'inchiesta del procuratore Robert Mueller, ieri la Commissione Giustizia del Senato ha ascoltato a porte chiuse la deposizione del figlio maggiore del presidente, Don Trump Junior, circa il discusso incontro fra membri della campagna del miliardario newyorchese ed esponenti russi vicini al Cremlino, nel giugno del 2016. La deposizione di Trump junior è avvenuta mentre su tutti i media dilagava un'altra notizia legata alla campagna elettorale e alle fake news. Il social network Facebook ha annunciato di aver identificato 470 account legati a una oscura società di San Pietroburgo specializzata in propaganda. Gli account sono responsabili di migliaia di pubblicità politiche e storie false, che avevano il preciso scopo di seminare discordia e danneggiare Hillary Clinton. Si trattava di fake news sulla corruzione della Fondazione Clinton, sulla precaria salute di Hillary, sulla sua decisione di togliere le armi ai cittadini, di favorire le minoranze ai danni dei bianchi, ecc. Facebook aveva inizialmente assicurato di non essere stato strumento involontario di propaganda, ma ora fa marcia indietro e collabora con il procuratore Mueller. Il senatore democratico Mark Warner chiede che anche Twitter faccia un ripulisti, e sostiene che quel che si è saputo finora «è solo la punta dell'iceberg». Warner è uno dei senatori che ieri ha ascoltato almeno una parte della deposizione di Trump junior. In realtà il figlio del presidente si è incontrato per molte ore con lo staff legale della Commissione. Nei prossimi giorni farà anche un incontro a porte aperte con i senatori. Ieri il giovane uomo d'affari ha detto che aveva effettivamente avuto dei dubbi» circa l'offerta di incontrare l'avvocatessa Natalia Veselnitskaya. Ma la promessa di questa di offrirgli notizie compromettenti su Hillary lo aveva convinto. Trump Junior si difende sostenendo che era necessario capire se Hillary Clinton fosse «idonea» al ruolo per cui correva. Ma nega di aver informato il padre e di aver poi complottato con i russi per sconfiggerla.
LA REVISIONE
Intanto, Donald Trump si appresta a cancellare l'ennesimo pezzo dell'eredità di Barack Obama: le severe norme anti-stupro messe in campo per combattere il fenomeno delle molestie nei campus dei college americani. Un fenomeno purtroppo dilagante negli ultimi anni. Ad annunciare una revisione delle linee guida varate dall'amministrazione Obama è stata il segretario all'Istruzione Betsy DeVos, che ha motivato la decisione con le preoccupazioni legate a chi è accusato di violenza: «Con le attuali policy - ha spiegato - non è garantito il dovuto processo».
Anna Guaita
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