Nike sfida Trump: l'atleta ribelle Colin Kaepernick nuovo testimonial

Nike sfida Trump: l'atleta ribelle Colin Kaepernick nuovo testimonial
di Anna Guaita
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Mercoledì 5 Settembre 2018, 19:24 - Ultimo aggiornamento: 23:13
NEW YORK La Nike sfida Donald Trump, scegliendo come suo nuovo testimonial Colin Kaepernick, l'atleta ribelle che ha dato il via alla protesta che nei mesi scorsi ha mandato su tutte le furie il tycoon: quella dei giocatori di football americano in ginocchio durante l'esecuzione dell'inno nazionale per manifestare contro il razzismo e la violenza della polizia contro i neri d'America. «Credere in qualcosa. Anche se significa sacrificare tutto», lo slogan della nuova campagna «Just Do It».

IL SACRIFICIO
E sì, perché Kaepernick, uno dei quarterback più forti, per le sue idee ha sacrificato la sua carriera, mollato dai San Francisco 49ers e da due anni in cerca di una nuova squadra. Una mossa calcolata, mirata ai millennials, ma a suo modo coraggiosa quella del colosso americano dell'abbigliamento sportivo, la prima multinazionale ad attaccare esplicitamente il presidente americano. «Crediamo che Colin sia uno degli atleti che di più ispiri la sua generazione, che ha fatto leva sul potere dello sport per aiutare il mondo ad andare avanti», spiegano alla Nike, che per il momento paga lo schiaffo alla Casa Bianca arrivando a cedere a Wall Street quasi il 3%.

IL NUOVO LIBRO
Un alto funzionario della Casa Bianca entra nello Studio Ovale, si avvicina alla scrivania del presidente, si impadronisce di un documento e se lo porta via. Sarebbe un atto di alto tradimento. Ma da quanto ci racconta il leggendario giornalista Bob Woodward nel suo ultimo libro, è invece un atto di patriottismo. La scena apre il libro «Fear: Trump at the White House», in libreria la prossima settimana. La Cnn ne ha ottenuto una copia ieri e ne ha anticipato larghi stralci. Quella prima scena vede il consigliere nazionale per l'economia Cohn sottrarre una lettera con cui Trump voleva troncare l'accordo commerciale con la Corea del Sud, ignaro forse che questo avrebbe anche troncato la collaborazione che permette agli Usa di tenere un occhio sugli esperimenti nucleari e sul lancio di missili nord-coreani. Cohn ha temuto per la sicurezza nazionale, come pare che altri collaboratori del presidente abbiano temuto nel corso di questi 19 mesi, al punto di aggirarlo, distrarlo, nascondergli documenti, sottrarglieli.

IL WATERGATE
Bob Woorward, che nel 1974 insieme al collega Carl Bernstein contribuì alle dimissioni di Nixon, dopo aver portato a galla lo scandalo del Watergate, ha scritto numerosi libri. Nei mesi scorsi sono usciti altri libri su Trump scritti da insider, come «Fury and fire» (Furia e fuoco) del giornalista Michael Wolff e «Unhinged» (Squilibrato) dell'ex consigliera presidenziale Omarosa Manigault Newman. Ma nessuno poteva vantare l'autorità della firma di Woodward, né la quantità di materiale che sostiene le sue affermazioni. Difatti già ieri ci si domandava se alcuni dei collaboratori della Casa Bianca saranno costretti a dimettersi. Ad esempio il ministro della Difesa Mattis o il capo di staff Kelly: Mattis, secondo Woodward, dice che Trump ha «la capacità intellettiva di uno studente di quinta elementare», mentre Kelly sostiene che è «un idiota squilibrato».

 
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