Luxuria fermata e liberata a Sochi per aver sventolato bandiera arcobaleno. La Farnesina: non ha subito intimidazioni

Luxuria a Sochi (foto foto David Goldman - Ap)
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Lunedì 17 Febbraio 2014, 08:19 - Ultimo aggiornamento: 18:13

Liberata a Sochi Vladimir Luxuria. Era stata arrestata ieri per aver esibito una bandiera arcobaleno con scritto in russo «è ok essere gay». La Farnesina conferma: «Sta bene. Non ha subito intimidazioni né violenze da parte della polizia».

«Luxuria ci ha riferito telefonicamente di essere stata trattata cordialmente e di non aver subito violenze o intimidazioni da parte della polizia», ha detto un funzionario della Farnesina spiegando che la connazionale è stata trattenuta oltre il previsto per la mancanza di un traduttore.

È durato quindi solo qualche ora il fermo di Luxuria, prima e unica provocazione alle Olimpiadi in corso contro la legge russa che vieta la propaganda omosessuale tra minori. È stata la stessa Luxuria ad annunciare il suo rilascio con un sms al Gay Center. «Sono stata liberata e domani assisterò ai Giochi»: ha scritto domenica nell'sms, reso noto da Fabrizio Marrazzo, portavoce del Gay Center.

«Ieri sera la polizia mi ha fermato e portato in caserma per un controllo, poi mi ha chiesto di non esibire scritte legate alla propaganda gay», ha detto Luxuria all'ANSA, riferendo di non aver ricevuto «alcuna contestazione formale». «Sto bene e sono in un hotel a Sochi.

Ieri sera Luxuria aveva riferito a due associazioni gay italiane di essere stata fermata dalla polizia russa per una bandiera arcobaleno con la scritta in cirillico «Essere gay è ok». Oltre alla bandiera, era anche vestita in versione rainbow. «Il problema non è l'arcobaleno, ma la scritta, mi hanno chiesto di non esibirne», ha spiegato la transgender.

Stasera a vedere l'hockey La transgender Vladimir Luxuria ha annunciato che stasera andrà a vedere una partita di hockey ai giochi di Sochi, ma non ha ancora deciso se la forma della sua protesta verso la legge russa contro la propaganda gay in presenza di minori andrà oltre i limiti della stessa legge. «In ogni caso non passerò inosservata», ha detto all'ANSA.

«Ci sto pensando, non so ancora se valicherò i limiti della legge esponendo, oltre ai simboli arcobaleno della comunità gay, anche una scritta. »Sono contraria a questa legge e ostinatamente continuerò a protestare sino a quando me lo lasceranno fare«, ha proseguito Luxuria, annunciando la sua presenza al parco olimpico già nel tardo pomeriggio, prima di andare a vedere una semifinale di hockey femminile.

Il Cio non conferma Nessun riscontro da parte delle autorità locali sul fermo della transgender Vladimir Luxuria. È quanto emerso dal quotidiano briefing del Cio, che non ha preso alcuna iniziativa.

Luxuria si trova a Sochi per realizzare con Pio e Amedeo un servizio per il programma tv Le Iene dedicato al dibattito acceso durante le Olimpiadi contro le leggi restrittive sugli omosessuali varate da Putin.

La notizia del fermo era stata resa nota da Flavio Romani, presidente dell'Arcigay-Associazione Lgbt italiana: «Ho ricevuto una sua telefonata, mi ha detto che è stata fermata dalla polizia», ha riferito,

chiedendone l'immediata liberazione e definendo «infame» la legge russa.

«Sono a Sochi! Saluti con i colori della rainbow, alla faccia di Putin!», così Luxuria, prima persona transgender ad essere eletta al parlamento di uno Stato europeo, aveva annunciato il suo sbarco ai Giochi di Sochi su Twitter, postando anche una sua foto all'ingresso del parco olimpico con un ventaglio arcobaleno. Era venuta con una troupe delle Iene per intervistare alcuni atleti azzurri sulla legge omofoba, a partire da Carolina Kostner.

«L'obiettivo, naturalmente, è quello di protestare contro la legge omofoba di Putin, quella che vieta pretestuosamente la propaganda gay in presenza di minori», aveva spiegato al telefono all'agenzia Ansa poche prima dell'arresto. «Sono un arcobaleno vivente, sono i colori della bandiera della mia squadra», aveva spiegato usando una metafora sportiva. E aveva promesso di portare la bandiera rainbow al Bolshoi Ice Dom, dove Putin ha seguito i match della squadra russa di hockey. «Avrei voluto sventolarla durante una gara degli azzurri, ma non ho trovato biglietti», aveva sottolineato.

«La mia - aveva osservato - è una provocazione contro una legge assurda, che usa il divieto della propaganda gay ovunque ci siano minori come pretesto per non parlare dell'omosessualità, nel pregiudizio che si possa trasmettere per il solo fatto di discuterne».

«E poi trovo inaccettabile l'equiparazione tra omosessualità e pedofilia, che non è un orientamento sessuale ma una aberrazione sessuale», aveva aggiunto. Per le proteste, tuttavia, Putin ha scelto un'unica area, in un parco lontano dalla zona olimpica. Ieri Luxuria era già andata al Mayak, il più noto locale gay di Sochi: «Mi conoscono anche lì, è un bel locale, si divertono».

Nel 2007 Luxuria invece era stata Mosca come deputata di Rifondazione comunista per protestare contro il divieto del gay pride e, insieme all'eurodeputato radicale Marco Cappato ed altri esponenti politici europei, era stata aggredita da gruppi di nazionalisti ed ultra ortodossi. «Finora qui non ho avuto problemi, a parte all'aeroporto, per via di quella M (maschio, ndr) sul passaporto e del mio nome, Vladimir, che qui è associato a Putin ed è come San Gennaro da noi», aveva scherzato.

Malagò: «Atmosfera idilliaca» «Il fatto accaduto a Vladimir Luxuria è al di fuori del Parco olimpico. Sono qui da 10 giorni e c'è un'atmosfera idilliaca». Lo ha detto Giovanni Malagò, presidente del Coni, intervenendo in collegamento telefonico da Sochi al 'Candido Day'. L'ex parlamentare è stato infatti fermato ieri dalle autorità russe dopo l'entrata in vigore delle recenti normative del governo russo sul divieto di propaganda riguardo all'omosessualità in presenza di minori. Luxuria, arrivato a Sochi pochi giorni fa, aveva esposto uno striscione con la scritta in russo 'Gay è ok'. «Questo problema qui non si avverte - ha aggiunto Malagò - non so dirvi quanto questo sia frutto dell'abilità organizzativa o di altro. Di certo lo sport, per la sua cassa di risonanza, può essere portabandiera di queste battaglie».

Nell'ambito del 'Candido Day' è stata presentata l'iniziativa 'Chi allaccia ci mette la faccià promossa da Paddy Power e Fondazione Cannavò per sensibilizzare lo sport italiano sul problema dell'omofobia. Testimonial dell'iniziativa è il calciatore del Bologna Davide Moscardelli, che nel manifesto della campagna è intento ad allacciarsi una scarpa. «Nella mia carriera non ho mai incontrato in spogliatoio un giocatore dichiaratamente gay ma probabilmente - ha l'attaccante durante la presentazione - è perchè nessuno fa coming out. Spero di sensibilizzare i miei compagni di squadra sul tema». Ha preso parte all'iniziativa anche il presidente dell'Assocalciatori Damiano Tommasi. «Se nel 2014 - ha detto Tommasi - dobbiamo ancora portare avanti queste campagne, molto importanti, è perchè c'è bisogno ancora di fare un passo in avanti».

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