Libia, sale l'apprensione per la sorte dei due operai scomparsi. La figlia di uno: «Non abbiamo notizie»

I due operai scomparsi in Libia Francesco Scalise e Luciano Gallo
3 Minuti di Lettura
Domenica 19 Gennaio 2014, 16:50 - Ultimo aggiornamento: 20 Gennaio, 16:10
Aumenta l'ansia per la sorte dei due operai edili scomparsi in Libia. «Non abbiamo alcuna notizia. E in ogni caso intendiamo attenderci al riserbo assoluto che una vicenda così delicata impone», ha detto la figlia di Francesco Scalise, di 63 anni, che è scomparso ieri insieme ad un suo collega, Luciano Gallo, di 52, nella zona di Derna, in Libia, e che secondo la testimonianza di un autista risulta essere stato vittima di una rapimento compiuto da uomini armati.



I due stavano lavorando nel Paese nord africano alla costruzione di alcune strade per conto della società romana General World. Secondo la testimonianza fornita ai media libici dell'autista dei due operai, Scalise e Gallo sarebbero stati rapiti da un gruppo armato, che li avrebbe costretti a scendere dal furgone con gli attrezzi di lavoro sul quale viaggiavano ed a salire su un'automobile a bordo della quale si sarebbero poi allontanati. I familiari di Scalise e Gallo, che stanno vivendo momenti di ovvia apprensione, attendono notizie sulla sorte dei due operai dall'Unità di crisi attivata dalla Farnesina. Scalise, che è di Pianopoli, era già stato più volte in passato per motivi di lavoro in Libia, ma non aveva mai avuto problemi. Per Gallo, che è di Feroleto Antico, si trattava, invece, del primo soggiorno nel Paese nordafricano.




«Sono in contatto costante con la famiglia di Luciano Gallo - dice all'Adnkronos il sindaco di Feroleto, Pietro Fazio - Ieri sono stato a casa loro, c'è molta preoccupazione per le notizie circolate ieri sulla stampa di un presunto rapimento da parte di un gruppo armato». «C'è da aspettare purtroppo», prosegue il sindaco, che riferisce anche che per Gallo si trattava del primo viaggio di lavoro in Libia. «È partito per la prima volta il 9 gennaio - spiega Fazio - L'ultima volta l'ho incrociato durante le feste di Natale.
A quanto mi ha detto sua moglie, non sembrava preoccupato per questo viaggio. Purtroppo l'esigenza di andare in Libia a lavorare - conclude il primo cittadino - è stata dettata dalla mancanza di lavoro»




«Pregate per loro». È l'invito rivolto ai fedeli dai parroci delle chiese di Pianopoli e Feroleto della Chiesa, i centri del Catanzarese in cui vivono Francesco Scalise e Luciano Gallo, i due operai scomparsi in Libia e che, secondo l'autista che li accompagnava, sarebbero stati rapiti. Di Scalise e Gallo si è parlato, in particolare, nelle omelie fatte durante le messe domenicali a Pianopoli e Feroleto. Il parroco di quest'ultimo centro, don Pietro Folino Gallo, in particolare, ha invitato i fedeli «a stare accanto con discrezione alle famiglie dei due operai», affidandosi «all'opera della diplomazia italiana».




Dopo il rapimento in Libia dei due operai edili, Francesco Scalise e Luciano Gallo, alla General World non è ancora arrivata alcuna richiesta di denaro, come accade di frenquente in sequestri di questo genere. A quanto apprende l'Adnkronos, in queste ore gli altri dipendenti dell'impresa di Crotone che si occupa di lavori stradali hanno espresso la volontà di rientrare in Italia, ma al momento, è stato chiesto loro di lasciare il Paese africano.
© RIPRODUZIONE RISERVATA