Nepal, tempesta di neve uccide 24 persone: 12 sono stranieri

Nepal, tempesta di neve uccide 24 persone: 12 sono stranieri
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 15 Ottobre 2014, 14:59 - Ultimo aggiornamento: 16 Ottobre, 10:00
Un'altra tragedia sulle cime del Nepal, il paradiso dell'alpinismo e del trekking d'alta quota, a causa di una «bomba di neve» che ha ucciso 24 persone, tra cui 12 escursionisti stranieri, e intrappolato diversi turisti in una vasta zona del massiccio dell'Annapurna, uno dei più belli dell'Himalaya.

Le vittime sono di diverse nazionalità, ma non risultano esserci italiani. L'improvvisa ondata di maltempo si è abbattuta lunedì con forti piogge e nevicate che hanno raggiunto i 90 centimetri di altezza. In questa stagione, considerata ottimale per i trekking, questo è un fenomeno eccezionale.



I metereologi ritengono che sia una conseguenza del ciclone tropicale Hudhud che domenica ha flagellato la costa orientale dall'India e poi è salito al nord causando una repentina diminuzione della temperatura nel subcontinente indiano. Le vittime facevano parte di gruppi impegnati in trekking nel distretto di Mustang (al confine con il Tibet) e nel vicino Manang, due dei punti più elevati del cosiddetto «circuito dell'Annapurna» che si percorre di solito in tre settimane.



La maggior parte di loro sono sono stati travolti da una valanga mentre scendevano lungo passo del Thorang La (5416 metri). I loro corpi sono stati trovati sotto una spessa coltre di neve. Da quanto si è appreso finora, tra gli stranieri ci sono quattro canadesi, due polacchi, un israeliano, un indiano. Dodici sono guide nepalesi che accompagnavano le comitive. Diversi altri escursionisti, rimasti intrappolati in alcuni punti del percorso sono stati salvati dai soccorritori, ma risultano ancora dei dispersi. Probabilmente solo nelle prossime ore, con il miglioramento delle condizioni meteo, si avrà un quadro chiaro della tragedia. L'ambasciata d'Italia a New Delhi, ha riferito un diplomatico all'ANSA, «è in contatto con le autorità locali, tramite il consolato Onorario a Kathmandu», e al momento «non si ha notizia del coinvolgimento di connazionali».



Un'altra valanga ha travolto una spedizione diretta sulla cima del Dhalaughiri, uno degli ottomila metri del Nepal, vicino all'Annapurna, composta da alpinisti slovacchi. La maggior parte di loro si è salvata grazie all'intervento di un elicottero, ma cinque mancano all'appello, tra cui due slovacchi e tre sherpa locali. Nelle ultime 48 ore si sono registrate forti piogge e nevicate nell'ex regno himalayano. Lunedì mattina tre pastori sono scomparsi in una valanga che si è abbattuta su un alpeggio nella zona di Manang. In un altro incidente, sul circuito del Manaslu, un francese di 67 anni risulta disperso dopo essere caduto in un fiume. Quest'anno è stato un «annus horribilis» per il turismo in Nepal, un settore trainante per la nazione himalayana impoverita dal conflitto civile con i maoisti.



Ad aprile, una valanga aveva ucciso 16 sherpa impegnati sull'Everest a preparare i percorsi per facilitare gli alpinisti stranieri a salire sulla vetta.
La tragedia ha costretto molte spedizioni a rinunciare all'impresa e ha sollevato molte polemiche sull'affollamento del «tetto del mondo» e lo sfruttamento turistico dell'Himalaya.
© RIPRODUZIONE RISERVATA