Esecuzione in Virginia: il condannato era un malato mentale

I legali sostenevano soffrisse di un disturbo per cui confondeva illusione e realtà
di Rachele Grandinetti
1 Minuto di Lettura
Venerdì 7 Luglio 2017, 15:00 - Ultimo aggiornamento: 8 Luglio, 19:01
Una iniezione letale eseguita al Greensville Correctional Center di Jaratt, in Virginia. È morto alle 9.15 di ieri William Morva: aveva 35 anni ed era accusato di duplice omicidio. Nel 2006, infatti, Morva aveva aggredito e ucciso il vigilante di un ospedale e uno sceriffo per sfuggire ad un arresto. Non ha ottenuto i risultati sperati la campagna portata avanti per far riconoscere i suoi problemi mentali. Nella battaglia legale, gli avvocati hanno cercato di dimostrare che l’uomo soffriva di una grave malattia mentale che gli rendeva difficile distinguere tra illusione e realtà.

Anche il governatore dello Stato Terry McAuliffe ha sostenuto la necessità di un processo equo soprattutto in virtù del fatto che, come riporta The Guardian, negli ultimi nove anni di reclusione il detenuto non ha manifestato particolari segni di disturbo che potevano far pensare ad una mente incapace di comprendere le conseguenze di certi gesti. È la prima volta che in Virginia si arriva ad una esecuzione in base ad un protocollo che ha secretato una buona parte della procedura. I media locali hanno raccontato gli ultimi istanti di vita: invitato a pronunciare le ultime parole, il condannato a morte ha preferito tacere. 
© RIPRODUZIONE RISERVATA