Usa, ondata anti-Trump: De Blasio riconfermato sindaco di New York. Governatori democratici in New Jersey e Virginia

Usa, ondata anti-Trump: De Blasio riconfermato sindaco di New York. Governatori democratici in New Jersey e Virginia
di Anna Guaita
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Mercoledì 8 Novembre 2017, 00:21 - Ultimo aggiornamento: 9 Novembre, 09:20
NEW YORK - E’ cominciata un’ondata anti-Trump. Questo il giudizio degli analisti davanti alle vittorie democratiche nelle elezioni locali che si sono tenute negli Stati Uniti  a un anno da quelle presidenziali. I democratici hanno riportato decine di  vittorie in piccole e medie città, nei parlamenti statali e in alcuni referendum. Ma hanno soprattutto portato a casa le tre principali gare della giornata. Bill De Blasio ha riconquistato la sedia di sindaco di New York, primo democratico ad essere rieletto per una seconda volta dall’epoca di Ed Koch nel 1985. Phil Murphy ha strappato alla repubblicana Kim Guadagno lo scettro di governatore del New Jersey, e Ralph Northam si è preso quello della Virginia, sconfiggendo Ed Gillespie, beniamino di Donald Trump.

 Il presidente del partito democratico Tom Perez ha detto di sentirsi ottimista, e che questi risultati «si devono alla decisione del partito di investire localmente, di non tralasciare nessun Paese o villaggio, di raccontare a tutti per cosa combattiamo, di spiegare che noi vogliamo un Paese unito, e lottare per i deboli».

La strategia di massimizzare la comunicazione, capillarmente, e non dare nulla per scontato – cioè di fatto evitare gli errori di presunzione commessi da Hillary Clinton -  è stata alla base della campagna di Bill De Blasio, anche se il sindaco avrebbe potuto semplicemente navigare verso le elezioni senza darsi troppo disturbo. De Blasio ha fatto più di mille comizi, e più di un milione di telefonate, nei mesi precedenti alle elezioni di questo martedì. Il 56enne liberal di origini italiane ha potuto presentare una pagella positiva ai suoi elettori: crimine in calo netto, economia in crescita solida, e alcune riforme in soccorso della classe media e medio-bassa, come l’asilo nido gratuito per i bambini dai tre anni in su, o le nuove case a prezzo politico, o il permesso malattia pagato per dipendenti della città.

Non si può comunque dire che De Blasio sia arrivato al voto sull’onda di una grande popolarità: neanche il 50 per cento dei newyorchesi diceva di apprezzarlo. Il sindaco aveva anche avuto problemi per un’inchiesta sulla raccolta di fondi per la campagna del 2014: un’inchiesta federale lo ha assolto di ogni colpa, ma lo ha rimproverato per scelte inappropriate. Insomma, se i repubblicani avessero trovato un candidato davvero forte, De Blasio avrebbe avuto qualche difficoltà a farsi rieleggere. Ma forse la sua astuzia vincente è stata di puntare con successo su una strategia nazionale e  invece che correre faccia a faccia contro la sfidante repubblicana Nicole Malliotakis, ha corso contro Trump, e ha avuto ragione al punto di distanziare Malliotakis al voto di quasi il 32 per cento.

Più e più volte De Blasio ha presentato se stesso e la sua New York come il contraltare del trumpismo, e gli elettori, che l’anno scorso hanno preferito Hillary contro Donald in 7 casi su 10, lo hanno ascoltato e gli hanno dato fiducia. La vittoria netta gli dà ora la possibilità di realizzare quel che sembra essere il suo goal: strappare a Bernie Sanders il ruolo di leader dell'ala sinistra del partito e magari sognare una candidatura presidenziale.

Tra le vittorie democratiche piccole, ma di forte peso simbolico, vanno ricordate quelle di due transgender. In Virginia la 33enne Danica Roem è stata eletta deputata della legislatura statale, sconfiggendo il 73enne Robert Marshall, che si era autodefinito “fortemente omofobo”. A Minneapolis, nel Minnesota, Andrea Mitchell è stata la prima transgender di colore a vincere un seggio nel consiglio comunale.

​Nella Virginia, poi, per la legislatura statale, si segnala la vittoria di Chris Hurst. Il mondo lo ricorda perché la sua fidanzata, giornalista della locale stazione tv, fu uccisa in diretta da un pazzo armato. Hurst, anche lui giornalista della stessa stazione, lasciò la carriera nel 2015 e si è dato all'attivismo anti-armi. 

Le elezioni di martedì sono state tenute un giorno prima che cadesse il primo anniversario della vittoria di Donald Trump contro Hillary Clinton alle presidenziali, l’8 novembre del 2016. La popolarità di Trump è andata calando costantemente nei dieci mesi dacché è entrato alla Casa Bianca, in buona parte per colpa del Russiagate, lo scandalo delle interferenze russe nelle elezioni. Due sondaggi gli danno un 36/37 per cento di approvazione, il più basso per un presidente a questo punto del suo mandato nei 70 anni dacché si fanno sondaggi. Il risultato elettorale di ieri, quello della Virginia soprattutto, potrebbe far riflettere molti esponenti del partito repubblicano che devono correre per le elezioni di metà mandato l’anno prossimo, quando si rinnovano l'intera Camera e un terzo del Senato. La sconfitta di Ed Gillespie, un repubblicano dal passato moderato che si era spostato nettamente in campo trumpiano, potrebbe convincere i moderati che ancora esistono nel partito a non abbracciare appieno il nazionalismo populista del presidente.
​                                                                                                                                                                                       
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