Il ministro ha rivendicato di non aver «atteso l'emergenza per combattere i predicatori d'odio» ma che le misure eccezionali consentiranno di «agire in modo più rapido». «Servono drastiche modifiche della politica di sicurezza», aveva detto ai giornalisti - uscendo dal palazzo della presidenza dopo il colloquio - Nicolas Sarkozy. «Ho detto a Hollande - ha riferito l'ex presidente - che dobbiamo costruire risposte adeguate, un inasprimento della nostra politica estera, decisioni sul piano europeo, modifiche drastiche della nostra politica di sicurezza».
Il FN, ha ribadito la Le Pen, «è contrario a lasciar decuplicare il numero degli stranieri con questa ondata di migranti. La presenza di rifugiati in questo gruppo di terroristi dimostra che il pericolo di infiltrazione è reale. Il terrorismo può approfittare di questi movimenti». Inoltre, il «ripristino dei controlli alle frontiere in questa occasione dimostra che si tratta di uno strumento efficace per garantire la sicurezza dei cittadini. Noi vogliamo che questi controlli alle frontiere siano ripristinati a tempo indeterminato». A Parigi, incontro fra i ministri dell'Interno dei due Paesi che hanno ormai unificato le loro inchieste sull'azione terroristica di venerdì, il francese Bernard Cazeneuve e il belga Jan Jambon.
I due sono d'accordo su tre misure da proporre venerdì a un vertice europeo straordinario dei ministri della Giustizia e degli Interni: un «nuovo approccio europeo sul traffico d'armi, che deve essere smantellato se vogliamo davvero combattere il terrorismo»; un «accordo urgente sul PNR (Passenger Name Record)», il registro dei nomi dei passeggeri che le compagnie aeree devono trasmettere agli stati; infine, una applicazione «più rigida» di Schengen, con «maggiori controlli alle frontiere europee».
Oggi, a Versailles, Assemblea nazionale e Senato riuniti in seduta straordinaria per le comunicazioni annunciate da Hollande. La gravità del momento è testimoniata da queste iniziativa del presidente, adottata soltanto un'altra volta nella storia della Quinta Repubblica, da Sarkozy, nel 2009, per lanciare le linee guida del rilancio della Francia dopo la crisi.
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