Il terrore chiama terrore, e crea scompiglio. Nel caos i due amici si perdono di vista, scavalcano i feriti, prendono direzioni diverse. “Ci siamo ritrovati venti minuti dopo dentro l'ufficio turistico, con altre duecento persone, una quindicina di italiani, cinesi, gente di tutto il mondo – riprende Alessandro – Dopo un'ora, qualcuno ha iniziato ad uscire con cautela, ma poco dopo ci è stato detto di rimanere dentro, perché il terrorista, o i terroristi, erano asserragliati a meno di duecento metri da noi, in un ristorante turco”. Intorno alle sette e mezzo di sera, il via libera definitiva, tutti in fila per lasciare il rifugio, mentre gli elicotteri sorvegliavano la zona dall'alto: “Avevamo programmato di tornare a fine mese – dice Alessandro – Abbiamo auto e albergo pagati, e c'è il torneo. Ma non so cosa decideremo di fare. Di certo, quello che abbiamo passato oggi sarà difficile da dimenticare, anche se sono sicuro che da domani e per qualche giorno Barcellona sarà la città più sicura del mondo. Lo dicono le probabilità”. Probabilità che per un giocatore di poker valgono più di ogni cosa, insieme alla fortuna.
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