Circa un milione di capi tra ovini e bovini sono rimasti senza cure dallo scoppio del conflitto, e rischiano di contrarre malattie quali il vaiolo degli ovi-caprini, la brucellosi, l'enterotossiemia, il carbonchio sintomatico, la dermatite nodulare contagiosa e l'afta epizootica. L'abbandono, la sottoalimentazione e l'incuria sono le cause di questa situazione che mette in pericolo anche la salute dell'uomo, poiché il contatto con animali infetti è frequente, mentre le precarie modalità di macellazione possono agevolare il passaggio degli agenti patogeni dal bestiame alle persone.
Proprio per fronteggiare potenziali epidemie la Fao sta predisponendo una massiccia campagna di vaccinazione – la più vasta mai realizzata sul territorio iracheno – per un milione di capi tra pecore, capre, mucche e bufali, oltre a distribuire agli allevatori 1.500 tonnellate di mangimi altamente nutritivi. "Da quando l'Isis ha assunto il controllo dell'Iraq centrale e nordoccidentale nel 2014, il Governatorato di Ninewa è stato profondamente colpito dal conflitto, registrando un milione di sfollati – afferma Fadel El-Zubi, rappresentante della Fao in Iraq -. Molte famiglie sono scappate dalle proprie case portando con se' gli animali, la maggior parte dei quali non sono stati vaccinati da quando gli uomini del Califfato hanno preso il controllo della zona. Teniamo quindi che questi animali possano trasportare malattie epidemiche molto contagiose, diffondendole rapidamente verso altre razze e persone, con gravi conseguenze socio-economiche e sanitarie".
Secondo le stime della Fao circa 12 milioni di iracheni risiedono in zone rurali e dipendono dall'agricoltura e dall'allevamento per il proprio sostentamento, e nella sola regione di Ninewa 2,7 milioni di persone potrebbero richiedere una qualche forma di assistenza umanitaria se bovini, capre e pecore venissero colpiti dalle malattie.
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