«A seguito di un incontro a Zurigo del 15 maggio 1984 - ha detto - ci fu un carteggio, in ottobre, tra Franco Debenedetti e il numero uno di Eternit, Stephan Schmidheiny. La controindicazione all'acquisto fu proprio la pericolosità dell' amianto. E non se ne fece nulla». «Il dossier - ha precisato Longo - è composto da articoli e da estratti di manuali di medicina del lavoro del 1979-1980. I vertici della Olivetti, come si legge nelle carte, interpellarono anche Terracini e Magnani, all'epoca due dei massimi esperti della materia: il primo si disse dell'opinione che il cemento-amianto favorisse il mesotelioma; il secondo ricordò che negli Stati Uniti era stato rimosso il tetto di una scuola per la presenza di fibre del minerale».
La procura generale ha chiesto la conferma della sentenza di primo grado, con alcune variazioni, è stata chiesta dalla Procura Generale di Torino al processo d'appello per l'amianto alla Olivetti. Nel 2016 il Tribunale di Ivrea aveva pronunciato 13 condanne le più alte delle quali (5 anni e 2 mesi di reclusione) per Franco e Carlo De Benedetti. La richiesta della pubblica accusa implica comunque delle riduzioni nelle pene (che non sono state quantificate). Per Franco Debenedetti è stata proposta la assoluzione da uno dei capi d'accusa; altri due episodi, sia per Franco che per Carlo De Benedetti, sono caduti in prescrizione.
Il processo riguarda le malattie che colpirono i lavoratori degli stabilimenti Olivetti a causa, secondo l'accusa, dell'esposizione a sostanze nocive, dall'amianto al talco.
La Procura Generale ha chiesto alla Corte d'Appello di trasmettere gli atti per Franco e Carlo De Benedetti in relazione a uno degli episodi contestati: la parte lesa è deceduta nel corso del processo e l'accusa, secondo i magistrati, deve essere modificata da lesioni a omicidio colposo. Nella requisitoria dei procuratori Generali non compaiono richieste di modifica per la parte della sentenza relativa a Corrado Passera che in primo grado era stato condannato a un anno e 11 mesi.
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