Terrorismo, tunisino evaso arrestato a Latina: «Legami con la Jihad»

Terrorismo, tunisino evaso arrestato a Latina: «Legami con la Jihad»
di Valentina Errante
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Sabato 31 Dicembre 2016, 09:25

ROMA Esultava inneggiando alla strage di Nizza. E' stato arrestato a Terracina, in provincia diLatnia, un tunisino evaso all'Aquila: «Ha legami con la jihad». Afif Ben Fattoum è stato bloccato prorprio dove sono stati rintracciati i contatti italiani di  Anis Amri. Adesso su quel tunisino, che al contrario di alcuni suoi connazionali esultava in carcere per la strage di Nizza, si concentrano le attenzioni degli investigatori. Perché Afif Ben Fattoum, detenuto nel carcere di Pescara, poi ai domiciliari a Teramo ha fatto perdere le sue tracce ed è stato arrestato, dopo più di due mesi di latitanza, in provincia di Latina, proprio dove sono stati rintracciati i contatti italiani di Anis Amri. Gli accertamenti riguardano alcuni telefoni cellulari, la carta di identità francese falsa, i documenti scritti in arabo, che sono stati ritrovati e sequestrati dagli investigatori. Le verifiche si estendono anche al ruolo dei connazionali che gli hanno offerto ospitalità. Il pm Antonietta Picardi, della Dda dell'Aquila, indaga sull'evasione, ma l'accusa per il tunisino è di terrorismo internazionale. Ci vorrà tempo per capire se in effetti il magrebino possa essere legato alla rete che ha dato sostegno ad Amri. Intanto la Dda aquilana ha incaricato un ingegnere di esaminare i contenuti dei telefoni cellulari sequestrati. Ci vorranno sessanta giorni per capire se dai tabulati telefonici e dagli sms possano emergere elementi utili ai carabinieri del Ros dell'Aquila.

VOLTO NOTO
Il giovane tunisino era noto negli ambienti giudiziari marchigiani, per reati legati allo spaccio di sostanze stupefacenti e soprattutto per aver minacciato un giudice donna di Ascoli Piceno. In un'intercettazione telefonica, parlando con la moglie, aveva espresso chiaramente il desiderio di sfregiare il giudice con l'acido oppure di causargli un incidente stradale. Ma la fuga dai domiciliari (si era liberato del braccialetto elettronico) le frasi di esaltazione intercettate in carcere dopo i fatti di Nizza il 14 luglio hanno aggravato la sua posizione.

LA RETE DI AMRI
E se il questore di Milano, Antonio de Iesu, ha escluso, allo stato delle indagini, collegamenti di Amri con altri possibili complici o fiancheggiatori a Milano o nel milanese», le indagini condotte dal pm Francesco Scavo a Roma vanno avanti. Le verifiche sui documenti sequestrati nei giorni scorsi ad Aprilia, dove l'attentatore di Berlino si trovava fibno a luglio scorso, sono ancora in corso e dovranno stabilire se il tunisino potesse davvero contare su una rete di fiancheggiatori nel Lazio.
 
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