La Cassazione: «Stufe a fungo pericolose, vanno ancorate al suolo»

Un bar con stufa a fungo
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Giovedì 22 Marzo 2018, 22:55 - Ultimo aggiornamento: 24 Marzo, 07:44
I proprietari e gestori dei locali pubblici, come discoteche, bar, ristoranti, hanno l'obbligo di assicurare a terra la stabilità delle stufe a "fungo" tanto usate nella stagione fredda per sfruttare gli spazi esterni ai luoghi di intrattenimento nonostante le temperature rigide. L'ancoraggio deve essere in grado di resistere anche alle evenienze più movimentate, ad esempio in caso di rissa.

Lo sottolinea la Cassazione che ha confermato la condanna - la cui entità non è nota - per lesioni e violazione delle norme antinfortunistiche nei confronti del gestore di una discoteca emiliana dove, durante una rissa nella "veranda" esterna del locale, una stufa a "fungo" a gas era caduta addosso a una ragazza seduta su un divanetto provocandole ferite alle gambe. Matteo M., il titolare del bar ora deve risarcirla, e le ha già versato una provvisionale. «Giova ribadire - sottolinea il verdetto 13321 della Suprema Corte - che l'obbligo di garantire i requisiti di sicurezza di tutte le attrezzature di cui si serve l'imprenditore, è posto a tutela non solo dei propri dipendenti, ma dei terzi che vengano a contatto con il luogo di esercizio dell'attività di impresa».

Nel caso particolare, spiegano gli "ermellini", il gestore della discoteca "Uglycafè", nel reggiano, «era tenuto a gestire le fonti di pericolo presenti nel locale e negli spazi esterni di pertinenza, sia per garantire la sicurezza dei propri dipendenti, sia a tutela dei numerosi frequentatori della discoteca, prevalentemente persone giovani, proprio in considerazione della natura dell'attività esercitata, in orario notturno, in cui non poteva considerarsi imprevedibile o abnorme anche un acceso litigio o addirittura una rissa».

Ad essere ancorate a terra, o comunque stabilizzate in maniera efficace, inoltre, devono essere non solo le stufe a 'fungò per le quali l'ancoraggio è espressamente previsto nel libretto di istruzioni, ma anche le altre.
Ad avviso della Cassazione, infatti, «con pertinente osservazione», la Corte di Appello di Bologna interpretando correttamente le norme antinfortunistiche ha ritenuto che il gestore della discoteca «per coerenza» doveva estendere la precauzione dell'ancoraggio a tutte e tre le stufe utilizzate anche se l'accortezza era prevista dal manuale solo per due modelli.
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