I carabinieri della Compagnia di Cervia-Milano Marittima in quell'occasione gli avevano sequestrato oltre 82 grammi di cocaina, una pistola calibro 6.35, più di 11 mila euro in contanti, un coltello da 21 centimetri ma soprattutto quattro cellulari. Dall'analisi dei tabulati erano scattate via via varie intercettazioni. Tra i numeri, anche quello di Rossi. Secondo gli inquirenti, tra il 2009 e il 2010 l'ex portiere rossonero si sarebbe più volte rifornito di cocaina sia per uso personale che per cederla ad altri.
Tra i presunti fornitori di Seba, oltre all'albanese, figurerebbe anche il francese Remi Jupin, 41 anni, ex cameriere ora commesso, residente a Castrocaro Terme, in provincia di Forlì-Cesena ma domiciliato a Cervia e già noto alle cronache per essere stato arrestato sempre dai carabinieri quando il 26 agosto 2013 in auto a pochi metri da casa investì un turista 46enne di Mariano Comense, nel Comasco, per poi fuggire. Gli altri indagati sono quasi tutti italiani, perlopiù romagnoli e in diversi casi orbitanti attorno al mondo dei locali notturni o degli hotel rivieraschi. La droga che viene loro attribuita, così come a Rossi e a Jupin, è perlopiù 'parlatà, cioè dedotta dalle intercettazioni. Parte dell'inchiesta era stata stralciata e trasmessa per competenza alla Dda di Bologna. Gli indagati sono difesi dagli avvocati Massimo Martini, Silvia Fantin, Giacomo Foschini e Cinzia Montanari.
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