Narcotraffico, 25 arresti tra Italia e Albania: sgominata banda, in manette anche 3 capi della 'ndrangheta

Narcotraffico, 25 arresti tra Italia e Albania: sgominata banda, in manette anche 3 capi della 'ndrangheta
di Mario Meliadò
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Giovedì 1 Marzo 2018, 15:03 - Ultimo aggiornamento: 22:36
Venticinque persone, inclusi tre presunti capibastone, sono state tratte in arresto in Calabria, Sicilia, Puglia, Lazio, Toscana, Lombardia e Albania: è il frutto della maxioperazione antidroga Stammer 2 – Melina, eseguita dagli uomini della Guardia di finanza e coordinata dalla Direzione distrettuale antimafia di Catanzaro.

Stando alle stime della stessa Dda (procuratore distrettuale, Nicola Gratteri, in quest’indagine affiancato dall’aggiunto Giovanni Bombardieri e dal pm Camillo Falvo) l’organizzazione criminosa che aveva il “quartier generale” tra le province di Vibo Valentia e Catanzaro, ma era munita di poderose ramificazioni nazionali e internazionali, avrebbe fatto giungere oltre 5 tonnellate di marijuana dall’Albania per commercializzare l’“erba” sulle piazze calabresi e di altre regioni italiane.
 
Ad agire, oltre 150 militari del Nucleo di Polizia economico-finanziaria delle Fiamme gialle di Catanzaro e dello Scico (il Servizio centrale investigazioni criminalità organizzata) di Roma, e il supporto della Dcsa (la Direzione centrale Servizi antidroga), con l’ausilio di unità Api (Antiterrorismo pronto impiego), della componente aeronavale del Corpo e di unità cinofile.

Diciotto dei 25 soggetti arrestati sono finiti in cella, altri 7 ai domiciliari; i soggetti indagati sono però complessivamente 46. Dietro le sbarre, tra gli altri, sono finiti tre capicosca di rilevanti centri del Vibonese: Rocco Anello (Filadelfia), Francesco “il Dottore” Fiarè (San Gregorio d’Ippona), Giovanni Franzè (Stefanaconi). A tessere le fila dell’intero disegno criminoso del narcotraffico internazionale c’erano i potentissimi Mancuso di Limbadi, attraverso appunto i Fiarè, gli Anello, i Franzè ma anche i Pititto-Prostamo-Iannello, attivi in un centro cruciale della provincia di Vibo come Mileto.
 
In questo sèguito dell’operazione Stammer – messa a segno poco più di un mese fa –, s’è messo a fuoco come le ‘ndrine della provincia di Vibo Valentia, solitamente impegnate nel traffico internazionale di cocaina, avevano diversificato le proprie attività puntando pure sulla movimentazione d’ingenti quantitativi di droghe “leggere” e stringendo più forti legami col malaffare albanese, che esprime oggi i produttori di droga più importanti d’Europa. “Salto di qualità”, i legami coi “cartelli della droga” del Paese delle Aquile vengono ormai intrattenuti da articolazioni di peso della ‘ndrangheta senza più ricorrere alla “storica” intermediazione della criminalità organizzata brindisina.
Undici persone sono state arrestate in flagranza di reato. Sequestrati – oltre alla marijuana, in quantità tale da fruttare sul mercato più di dieci milioni di euro – due acquascooter, quattro imbarcazioni molto veloci e un autoarticolato. Numerose le perquisizioni messe a segno.

Per ciascuno dei soggetti coinvolti è stato delineato un ruolo molto preciso: c’erano i mediatori per le compravendite di droga e i traduttori per facilitare i rapporti con la criminalità organizzata in Albania; i “corrieri” della droga; chi monitorava l’azione dei mezzi navali della Guardia di finanza, chi finanziava gli acquisti dello stupefacente.
 
Solo tra l’agosto e l’ottobre del 2016, nell’Adriatico sono state sequestrate in mare quasi 3 tonnellate di marijuana (2.770 chilogrammi) dai finanzieri del Nucleo di Polizia economico finanziaria – Gico (Gruppo investigazioni criminalità organizzata) / sezione Goa (Gruppo operativo antidroga) di Catanzaro e il Roa (Reparto operativo aeronavale): si arriva alla quantificazione di 5 tonnellate d’“erba” trafficate in un trimestre appena sommando i 90 kg di “maria” sequestrati al porto d’Ancona, il contenuto di altri due sequestri da 1.178 e 386 chili di marijuana da parte della Finanza di Brindisi, e i 400 chilogrammi di droghe leggere spediti da Ancona a Milano per lo spaccio nel capoluogo lombardo. 
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