Sparatoria Milano, un testimone: abbiamo sentito i colpi, poi ci hanno rinchiuso

Milano, sparatoria in Tribunale (Fotogramma)
di Ilaria Del Prete
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Giovedì 9 Aprile 2015, 12:49 - Ultimo aggiornamento: 10 Aprile, 10:08
MILANO - «L'hanno preso, ci fanno uscire». È passata poco più di un'ora dalla sparatoria al Tribunale di Milano in cui sono rimaste uccise tre persone. L'avvocato Paolo Gallinelli ha atteso con i colleghi al settimo piano, nell'ufficio del Gip, di poter lasciare il Palazzo di Giustizia e conoscere quei dettagli così difficili da apprendere all'interno.







Ancora non conosce l'identità del giudice ucciso. «Sappiamo che hanno colpito un giudice, ma non il nome», racconta mentre l'edificio viene evacuato dalle donne. Gli uomini sono rimasti all'interno più a lungo, per consentire la cattura di Claudio Giardiniello, l'imputato in un processo di bancarotta fraudolenta che ha fatto fuoco in Aula.





«Abbiamo sentito degli spari, poi visto un giudice uscire dall'Aula con una stampella - spiega l'avvocato. -. Poi ci hanno rinchiuso».



La domanda che tutti si pongono è come sia stato possibile introdurre, per l'assassino, un'arma all'interno del Tribunale. «Per giudici e avvocati è sufficiente mostrare il tesserino - racconta Gallinelli - ma tutti gli altri devono passare un controllo da parte delle guardie».