Nel comparto bancario non risulta niente di simile e, contattato dall'agenzia Ansa, il presidente nazionale di Arcigay, Flavio Romano esprime soddisfazione anche se dall'associazione ricordano che non è il primo esempio nel settore privato in Italia. È una prassi nelle multinazionali come Ikea e Citybank ma accordi simili sono stati firmati anche in aziende italiane tra cui Telecom che da tempo aderisce a Parks, l'associazione che aiuta le aziende a comprendere e realizzare le opportunità di business legate allo sviluppo di strategie rispettose della diversità e in particolare quelle di gay, lesbiche, bisessuali, trans.
Si possono citare tra gli altri anche Dhl (firmato a luglio) e la Coop Adriatica. Ci sono poi alcuni casi nel pubblico come quello dell'Università di Bologna che ha concesso il permesso a un suo ricercatore. «È un segno di modernità e civiltà, che si inserisce in maniera concreta e fattiva nel percorso necessario per contrastare ed eliminare le diseguaglianze e tradurre in accordi le esigenze di welfare delle lavoratrici e dei lavoratori» è il commento della Uilca.
L'obiettivo di Intesa Sanpaolo, spiega la banca, è prevenire i favoritismi, gli abusi e le discriminazioni in materia di genere, eta, etnia, religione, appartenenza politica e sindacale, orientamento sessuale, lingua e diversa abilita, rispettare le diversità ed intervenire per eliminare le discriminazioni e garantire pari opportunità sul lavoro e nei rapporti tra le persone in azienda e ricercare iniziative concrete finalizzate a promuovere e sostenere le pari opportunità, favorendo anche la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro ed i servizi a favore delle famiglie.
Un'attenzione alle persone che ha già portato a concreti interventi nei campi dell'assistenza sanitaria, della previdenza complementare, dell'attività ricreativa e dei servizi alla persona, nonchè del sostegno per i dipendenti in difficoltà.