Petrolio a Genova, Galletti: «L'apparato di sicurezza ha funzionato»

Petrolio a Genova, Galletti: «L'apparato di sicurezza ha funzionato»
di Diodato Pirone
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Domenica 24 Aprile 2016, 13:18 - Ultimo aggiornamento: 20:41

«Primo: chi ha inquinato pagherà fino all'ultimo euro. Secondo: lavoreremo perché la Liguria tornerà all'equilibrio ambientale che aveva. Terzo: lo sversamento nel torrente Polcevera è gravissimo e non doveva accadere ma è un fatto che la rete di protezione è scattata in tempi più che accettabili e che oggi possiamo dire che le varie amministrazioni coinvolte hanno collaborato bene. Quinto e ultimo punto: tra pochi giorni il Senato approverà in via definitiva una legge alla quale stiamo lavorando da tempo con novità importanti sul fronte dei controlli». E' un fiume in piena il ministro dell'Ambiente, Gianluca Galletti. Appena sceso dall'aereo da un viaggio di lavoro a New York («Sono stato travolto dalle telefonate che almeno mi aiutano a superare il jet lag», spiega al telefono dalla sua casa bolognese) il ministro accetta di chiarire con Il Messaggero i dettagli di questo ennesimo dramma ambientale.

Ministro Galletti, qual è la situazione sul terreno?
«Riporto ciò che mi riferiscono i nostri uomini che sono sul posto: non è esatto dire che la diga, chiamiamola così, predisposta per frenare il greggio finito nel Polcevera abbia ceduto. Con la pioggia delle ultime ore, i tecnici hanno preferito alleggerire la pressione su questa ”diga” e ne hanno controllato l'abbassamento in modo che parte del liquido sversato andasse a premere contro le altre ”dighe” costruite più in basso e destinate ad impedire l'arrivo del greggio al mare. Tengo a sottolineare che non si è verificato un nuovo incidente e che il ”cedimento della diga” era in realtà un fenomeno controllato dai tecnici».
 
Ma allora oggi, o comunque con la pioggia, il petrolio è arrivato al mare o no?
«Per quello che posso dire in questo momento la risposta è: no, nessun nuovo deflusso».

E come mai in mare si notano delle chiazze di petrolio anche abbastanza larghe?
«E' probabile che si tratti del petrolio sversato nelle prime ore dell'incidente, quasi una settimana fa. Questi liquidi inquinanti hanno raggiunto il mare prima dell'intervento dei tecnici e ci hanno messo un po' di tempo ad emergere in superficie».

C'è modo di raccogliere o di trattare il greggio finito nel mare?
«Abbiamo inviato due navi specializzate della società Castalia. Nelle prossime ore, prima non aveva senso farlo, metteremo in mare quelle che i tecnici chiamano ”panne oceaniche”, enormi reti assorbenti che elimineranno le chiazze».

Ad una settimana circa dall'incidente può fare un primo bilancio?
«Innanzitutto devo dire che lo stato d'emergenza - come previsto in questi casi - è stato dichiarato immediatamente dalla Capitaneria di porto. Ma in generale ho notato un grado di collaborazione veramente notevole fra le varie amministrazioni coinvolte che sono tante: Ministero, Regione Liguria, Comuni, Capitaneria di porto, Guardia costiera. Mi sento di dire che, pur nella inaccettabile gravità dell'incidente, la complessa rete di protezione si sta dimostrando all'altezza».

Quanti soldi state spendendo?
«Non lo so ma una cosa è certa: chi ha inquinato pagherà fino all'ultimo euro. E' già successo con la Costa Concordia: in qual caso abbiamo presentato un conto dettagliatissimo, comprese le camere e le pizze dei nostri ispettori. E' altrettanto certo che punteremo a far tornare le aree coinvolte dallo sversamento com'erano prima. I tecnici dell'Ispra, l'Istituto superiore per l'ambiente, poi stanno monitorando tutti i dati dell'area anche a difesa della salute degli abitanti».

Che morale trae da questo caso?
«Dobbiamo investire sulla sicurezza».

Le solite chiacchiere...
«Veramente l'introduzione degli ecoreati è un fatto. E il Senato sta per approvare in via definitiva una legge alla quale abbiamo lavorato per tempo che assegna all'Ispra il compito di codificare i controlli ambientali per tutte le Regioni. I controlli spettano alle Regioni ma alziamo e unifichiamo gli standard. E poi...».

E poi?
«Capisco lo spavento in fase di emergenza. Ma le persone non devono arrivare a pensare che tutto ciò che è industriale sia contro l'ambiente. E' vero il contrario: ambiente e industria crescono e possono svilupparsi solo assieme».

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