«Siamo assaliti e piagati da torme di questi personaggi, che fingono di essere, per così dire, istituzionali indossando anche pettorine e vendendo biglietti a visitatori ignari per prezzi vergognosi, anche 30, 40, 50 euro, veri e propri multipli del prezzo reale», tuona la responsabile del museo, classe '67, sbarcata dal primo dicembre del 2015 nella casa del David di Michelangelo, dopo aver vinto il bando internazionale promosso dal ministero dei beni culturali.
UNA FURFANTERIA. La direttrice definisce questo fenomeno «una furfanteria inaccettabile indegna del buon nome dell'Italia, che danneggia gravemente l'immagine del paese», ed un vero e proprio «furto nei confronti di centinaia di persone: per questo da oggi diciamo basta». Non è nuova a queste iniziative Cecile Hollberg. Non a caso, appena insediatasi, la prima impresa fu quella di ripulire la Galleria dell’Accademia dagli ambulanti abusivi che assediavano l’ingresso. «Ci sono riuscita grazie all’aiuto delle forze dell’ordine. Sapesse quanto mi hanno ringraziato i residenti, ne ha risentito tutto il quartiere e questa città. Molestie, minacce con coltelli ai turisti che non compravano, insomma una situazione impossibile da accettare». Ora, però, deve fare i conti col fenomeno dei bagarini, così in voga a Roma, nella piazza del Colosseo, così come nei dintorni dei Musei Vaticani. A Firenze, allora, tutti i giorni i ventagli gialli saranno consegnati ai turisti in attesa di fronte al museo, in modo da informarli del rischio di alleggerimento del portafoglio che corrono. «In verità - aggiunge ancora Hollberg - per porre fine a questo fenomeno indegno, che purtroppo affligge tutti i principali musei italiani - basterebbe una semplice norma, nazionale: qualcosa di simile al provvedimento che già c'è, per i grandi concerti, teso ad impedire l'acquisto in grandi blocchi dei ticket. E ad impedire la presenza fisica dei bagarini davanti agli stessi musei». Una soluzione che anche il museo degli Uffizi Eike Schmidt aveva sollecitato.
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