L'odissea di una madre separata: «Ho perso
tutto, da due mesi vivo in un'auto»

Cristina Tonon
di Davide De Bortoli
2 Minuti di Lettura
Giovedì 5 Dicembre 2013, 18:21 - Ultimo aggiornamento: 6 Dicembre, 15:04
Da due mesi vive in auto. Si sposta nel centro citt, a San Don, vicino al Consultorio oppure nella zona del cimitero, in quella che diventata la sua unica residenza. È la tremenda situazione di Cristina Tonon che compie 45 anni domenica. Durante il giorno si rifugia in ospedale, oppure da qualche amica per stare al caldo e ricevere una parola di conforto, la notte però si ritrova sola nell'abitacolo di una Lancia Y grigia. Dopo 23 anni di matrimonio il dramma è iniziato lo scorso anno, impossibile continuare la convivenza con il marito, 49enne delle Fiamme Gialle. «Da allora ho perso 40 chili» spiega la donna. La separazione è avvenuta lo scorso febbraio 2013. Per la sua vita che va in pezzi il giudice prevede un assegno di mantenimento di 350 euro («che il mio ex marito - dice - ha versato solo nel mese di marzo»), e a lui va anche la casa familiare e l'affidamento temporaneo della figlia minore.



Dallo scorso 7 ottobre la donna vive nell'auto che un'amica le ha prestato. «Non avrei mai pensato di ridurmi in queste condizioni» continua la donna trattenendo a stento le lacrime. Cristina ha chiesto aiuto al Comune un mese fa. «Il sindaco Cereser quando mi ha visto in lacrime mi ha abbracciata e si è interessato - racconta -, ma i Servizi sociali non mi passano il minimo vitale poiché risulto ancora residente con mio marito, come se godessi del suo stipendio. Non mi hanno chiuso la porta in faccia, ma non hanno risolto il problema, nemmeno un posto dove stare in via provvisoria. L'unico aiuto concreto che ho ricevuto è dal centro Ozanam della San Vincenzo e dal mio medico per un supporto psicologico ». La 44enne spiega che in passato ha lavorato come barista, cameriera, baby sitter, donna delle pulizie ma, pur avendo cercato, non ha trovato un impiego stabile. Altro aspetto doloroso sono le visite alla figlia. «Ho diritto di vederla mercoledì e sabato, soffro molto anche per questo. Vorrei avere un tetto e un po’ di privacy ». Dalla piccola riceve sms e telefonate tutti i giorni: «Non so cosa dirle, ma di certo non mi fermo qui. Non mi voglio arrendere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA