Le indagini, condotte insieme alla Polizia svizzera, sono state lunghe e complesse fino a un punto di svolta per gli inquirenti: la presenza di una società che, per conto di due trafficanti sospettati, aveva la disponibilità di alcuni magazzini all’interno del Porto Franco di Ginevra. E proprio in quei locali, dopo accurate analisi e minuziose perquisizioni, sono state trovate le opere rubate.
"Siamo di fronte a uno dei recuperi più importanti degli ultimi decenni. C'è stata una grande razzia negli anni 70-80 a Cerveteri - ha commentato il soprintendente dei beni archeologici del Lazio e dell’Etruria Alfonsina Russo - Sarebbe opportuno effettuare immediatamente il restauro delle lastre templari, se possibile aperto al pubblico, e restituire poi i reperti ai musei etruschi, tra il museo di Cerveteri e quello di Villa Giulia". Ad accogliere l'idea il ministro Franceschini: "Troveremo le risorse necessarie per i restauri - ha affermato - Il destino dei reperti ritrovati sarà di tornare nei territori di provenienza, non come avveniva in passato quando musei con le spalle un po' più robuste riuscivano ad avere la precedenza. L'arrivo di questi reperti a Villa Giulia e Cerveteri - ha aggiunto - andrà il più possibile a valorizzare quella forza dell'Italia di avere un patrimonio museale diffuso".
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