Le vittime erano per lo più anziani e donne sole, che spesso venivano intimidite con grida o minacce dai truffatori, i quali riuscivano così a ottenere l'immediato risarcimento bonario del danno o la compilazione della constatazione amichevole. In alcuni casi venivano inscenati falsi incidenti stradali con danni a cose e persone, grazie alla complicità di medici e periti assicurativi.
Le indagini hanno messo in luce un articolato sistema basato sulla falsa dichiarazione resa al Pronto soccorso da persone che facevano ricorso alle cure ospedaliere e che riferivano di avere subito traumi a seguito di incidenti stradali, di fatto mai verificatisi. Ai certificati si aggiungevano altri documenti, altrettanto falsi, relativi a visite specialistiche e testimonianze mendaci. Lo schema tipo di falso sinistro prevedeva il coinvolgimento di un danneggiato fisico, che poteva o meno coincidere con il proprietario del mezzo, un responsabile dell'incidente (assicurato) e un testimone. Tra i diversi casi di 'infortunatì, anche persone che in base alla documentazione risultavano aver riportato la frattura dei polsi con relativa ingessatura e invece circolavano tranquillamente in sella a motorini senza alcun presidio ortopedico.
Gli investigatori hanno acquisito in diversi ospedali e compagnie assicurative - che hanno presentato querela per truffa insieme alle innumerevoli vittime - parecchi fascicoli relativi a cartelle mediche e infortuni stradali per una buona parte dei quali erano state liquidate cospicue somme di denaro.
Il danno complessivo accertato, per il mercato assicurativo, è di oltre 1.000.000 di euro. Tra gli indagati, pregiudicati e gente comune, figurano anche due medici ortopedici di cui uno, oltre ad aver redatto falsi certificati medici, ha partecipato anche attivamente alla realizzazione di falsi incidenti stradali.
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