Renzi vs Calenda, se la faida nel Terzo polo si sposta da Roma a Bruxelles

Il Terzo polo è in brandelli e grande è la confusione sotto il cielo dei centristi italiani

Renzi vs Calenda, se la faida nel Terzo polo si sposta da Roma a Bruxelles
di Francesco Bechis
4 Minuti di Lettura
Sabato 15 Aprile 2023, 19:15

Più che un divorzio, è una serie Netflix. Breaking Terzo Polo, una puntata al giorno. Carlo Calenda e Matteo Renzi di tregue non vogliono saperne. Dunque la faida interna al rassemblement centrista prosegue, oggi più cruenta di ieri.

IL PING PONG DI ACCUSE

Parte Calenda: «Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri». Ribatte Renzi solleticando lo sdegno dei lettori della sua "E-news" per uno «spettacolo indecoroso». E battendo lì dove il dente del leader di Azione duole: «Se sono un mostro oggi, lo ero anche sei mesi fa quando c’era bisogno del simbolo di Italia Viva per presentare le liste...». Con buona pace del «silenzio stampa» annunciato dai due ex alleati la crisi sul cammino per il partito unico centrista si è trasformata in una rissa senza esclusione di colpi. 

L'ESCALATION

Galeotta fu la rassegna stampa.

Sfogliando di buon mattino i giornali zeppi di interviste di colonnelli renziani - un travaso di accuse e veleni incrociati verso Azione e il suo leader - Calenda ordina ai suoi di non rispondere, neanche un cenno, «rigido silenzio». Dura poco.

La goccia che fa traboccare il vaso è un'intervista dell'ex tesoriere Pd Francesco Bonifazi, renziano di strettissima osservanza. Calenda? «Sempre in tv e mai in Parlamento. E' strutturalmente inaffidabile», recita il titolo de La Stampa.

Apriti cielo. Tempo una manciata di minuti e il capo azionista inizia a compulsare la tastiera del computer. «Nella vita professionale non ho mai ricevuto avvisi di garanzia/rinvii a giudizio/condanne pur avendo ruoli di responsabilità. Non ho accettato soldi a titolo personale da nessuno, tanto meno da dittatori e autocrati stranieri. Non ho preso finanziamenti per il partito da speculatori stranieri e intrallazzatori. Non ho mai incontrato un magistrato se non per ragioni di servizio. Mai sono entrato nelle lottizzazioni del Csm».

Ma è in chiusura che l'interminabile j'accuse contro Renzi si fa ancora più affilato. A chi gli rimprovera un alto tasso di assenteismo in Parlamento, Calenda risponde così: «Non ero a Miami con il genero di Trump o in Arabia a prendere soldi dall’assassino di Khashoggi».

RENZI TIRA DRITTO

Questa volta, il senatore di Rignano sull'Arno non ci passa sopra. E in una lunga E-news - solo apparentemente pacata - replica colpo su colpo. Le critiche di Calenda, dice Renzi in modalità zen, «sono le stesse che da mesi usano i giustizialisti. Sono post e tweet tipici dei grillini, non dei liberal democratici. Tuttavia io non replico». E invece, qualche riga dopo, fuoco alle polveri: «Se sono un mostro oggi, lo ero anche quando ho sostenuto Calenda come leader del Terzo polo, come candidato sindaco di Roma, come membro del Parlamento europeo. O addirittura quando l’ho nominato viceministro, ambasciatore, ministro».

Insomma, il Terzo polo è in brandelli e grande è la confusione sotto il cielo dei centristi italiani. Azione e Iv restano unite in un solo sodalizio: quello che, per ora, lega i rispettivi gruppi parlamentari unitari alla Camera e al Senato.

IL DIVORZIO IN AULA

Ma anche qui l' "Italia sul serio" è appesa a un filo. Tanto che nei corridoi della politica gli occhi sono già puntati sulla prossima "mossa del cavallo" dell'ex premier che al Senato, con i nuovi regolamenti, avrebbe bisogno di un solo onorevole in più per costituire un gruppo autonomo. Non sono quisquiglie d'aula, è questione  di vita o di morte (politica): l'alternativa è infatti finire nel Gruppo misto, una componente fra le altre, con fondi, personale e funzioni dimezzate. 

Tra una stilettata e l'altra, un'ombra già si staglia sui resti dell'alleanza terzopolista. Manca un anno e poco più alle europee del 2024 che faranno da spartiacque a Roma come a Bruxelles. Renzi e Calenda sottereranno l'ascia di guerra per correre insieme alle urne Ue un'ultima volta? Presto per dirlo. Il leader di IV, per il momento, va per conto suo. Alle europee il suo partito si riunirà alla casa madre a Bruxelles, quel Renew Europe di Emmanuel Macron che è «il nostro leader», dice Renzi. Pronto dunque, anche qui, ad accettare di stare dietro le quinte. In attesa della prossima mossa. 

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