Rai, nasce il nuovo sindacato anti-sinistra: folla al debutto di UniRai. Vespa: «È ora di rompere»

Anche Vespa benedice il sindacato anti-sinistra

Rai, nasce il nuovo sindacato anti-sinistra: folla al debutto di UniRai. Vespa: «È ora di rompere»
di Mario Ajello
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Venerdì 1 Dicembre 2023, 06:27 - Ultimo aggiornamento: 09:51

ROMA Nasce il sindacato Rai delle destre unite (ma l'associazione chiamata UniRai contiene anche una corrente di delusi della sinistra) e arriva Bruno Vespa a benedirla. Dicendo, alla kermesse di lancio nell'auditorium Due Pini, con in sala il gotha del melonismo-forzismo-leghismo radiotelevisivo, parole assai gradite in questo mondo insofferente al conformismo-carrierismo progressista o cattocomunista incarnato da 40 anni dal sindacato-padrone Usigrai: «Dal 1984, quando fu fondata, ad oggi non c'è stato mai un momento non dico di apprezzamento ma neanche di assenza di dispregio da parte dell'Usigrai nei miei confronti. Fino a costringermi a uscire dalla Federazione della Stampa». E ancora Vespa, che in Rai ha un contratto da artista: «Il fatto che questo sindacato mi abbia costantemente attaccato mi lascia immaginare che le sue valutazioni siano politiche. C'è un problema di democrazia rappresentativa, perché non posso immaginare che tutti i colleghi, escludendo il manipolo di eroi che mi è venuto in conforto, si riconoscono nell'Usigrai».

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PALCO E PLATEA

Il giornalista di Porta a Porta fa questo esempio: «L'Usigrai è la Cgil dei giornalisti». E ricordando la scissione del 50 della Cisl dalla Cgil, incalza: «È ora di fare la stessa cosa, di rompere. È il momento giusto. Mi auguro che voi siate tanti ed ecco il mio augurio: crescete e moltiplicatevi!». Applausi. Intanto Giancarla Rondinelli e Umberto Avallone dal palco hanno letto passi del manifesto fondativo («UniRai è un'associazione contro il pensiero unico del sindacato unico», ed è «apolitica e non ideologica»), e Francesco Giorgino (direttore dell'Ufficio studi) citando Sant'Agostino e Schumpeter fa il conduttore dell'evento. A cui non partecipano ovviamente l'ad Sergio e il dg Rossi (ma c'è molta impronta FdI di cui il secondo è uomo forte in Rai) e fuori quota destra, chi per una tavola rotonda e chi per curiosità, arrivano Maria Elena Boschi, il dem Stefano Graziano (della commissione di Vigilanza) e il comunista Marco Rizzo. Per il resto, tra palco e realtà, questo è lo specchio del centrodestra nel servizio pubblico, sia settore giornalistico che dirigenziale. Ecco Incoronata Boccia, detta Cora dagli amici, vicedirettrice del Tg1, ex esponente dell'esecutivo Usigrai e punto di riferimento del nuovo sindacato. Al cui progetto ha lavorato anche Nicola Rao, direttore della Comunicazione di Viale Mazzini, il quale spiega ai presenti: «La Rai che sogno è una Rai aperta, inclusiva, plurale». E annuncia l'avvio delle riprese di un film RaiCinema sulla vita del corrispondente di guerra Almerigo Grilz, giornalista molto caro alla cultura di destra. E ancora: big aziendali come Mellone, Corsini («Il sindacato unico è diventato una cappa»), Angela Mariella; direttori delle testate giornalistiche come Chiocci e Preziosi (ma vanno via in anticipo i responsabili di Tg1 e Tg2) e Casarin e Pionati («Più siamo meglio stiamo», dice l'ex demitiano) e Petrecca, e Jacopo Volpi di RaiSport con il suo vice Lollobrigida, che non è parente, e altri vice delle corazzate di Saxa Rubra come Maria Rita Greco (Tg1) insieme a Roberto Pacchetti (condirettore Tgr), a Claudio Pagliara (corrispondente dall'America) e a colonne della destra storica come Guido Paglia. Tanta gente al battesimo dell'anti-Usigrai e qualcuno fa vedere orgogliosamente sul telefonino la mail che ha inviato al sindacato storico, monopolista e "de sinistra" del mondo tivvù: «Cancello la mia iscrizione». Quanti lo stanno già facendo e si prevede - magari in un vero e proprio clic day da organizzare prossimamente - che lo faranno? Ci sono 300 adesioni all'associazione neonata e sono destinate a crescere. L'organigramma, ancora da eleggere, sarà probabilmente questo: segretario Francesco Palese (in forza a RaiNews, e osserva: «Stiamo intercettando il malcontento di molti colleghi»); presidente Elisabetta Abbate (Tg1); vice-presidente (in quota Noi Giornalisti Rai, gruppo di delusi di sinistra che insieme alla destra di Pluralismo e libertà hanno creato Unirai) Umberto Avallone.

OSPITI

Occhio alle prime file della kermesse di ieri. C'è come osservatore Alberto Barachini, sottosegretario con delega all'editoria. E anche, del Cda Rai: Simona Agnes, Igor Di Biasio, Alessandro Di Majo (quota M5S), Davide Di Pietro (rappresentante dei dipendenti). A Meloni, così assicurano in sala e c'è da giurarci viste le presenze, l'iniziativa UniRai piace assai e tra i politici oltre ad Augusta Montaruli (FdI, vice-presidente in Vigilanza), i leghisti Alessandro Morelli (sottosegretario super-salviniano) e Massimiliano Capitanio (Agcom), i centristi (Lupi, Cesa, De Poli), Gasparri di Forza Italia ma soprattutto, con un video-saluto, gioca in casa Gennaro Sangiuliano (ex direttore del Tg2). «Saluto con grande soddisfazione la nascita del nuovo sindacato UniRai che va nel segno del pluralismo e della più ampia partecipazione», dice il ministro della Cultura.
Tutti soddisfatti per l'esordio. E combattivi. Se il moloch del sindacatone unico, cuore, anima e casamatta del Partito Rai al tempo dell'egemonia di sinistra, verrà indebolito, si tratterà di una svolta storica.
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