Proteste degli agricoltori, ecco tutte le richieste dei manifestanti in giro per l'Europa

Non si fermano le manifestazioni degli agricoltori in giro per l'Europa, le richieste sono molte e quasi tutte collegate tra loro. Ecco cosa vogliono gli agricoltori europei

Proteste degli agricoltori, ecco cosa chiedono all'Europa
di Monica De Chiari
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Martedì 6 Febbraio 2024, 12:22 - Ultimo aggiornamento: 12:44

Sono ancora le proteste degli agricoltori a tenere in scacco il dibattito europeo. La situazione non sembra essere granché migliorata dopo gli accadimenti di Bruxelles, dove circa mille trattori hanno bloccato il traffico in occasione del Consiglio europeo straordinario del 1° febbraio. Italia, Francia, Germania, Romania, Belgio, Polonia e anche la Spagna e la Grecia: sono questi i Paesi europei dove decine di migliaia di agricoltori hanno riposto gli attrezzi per scendere a manifestare ancora adesso. Stati con governi di colore politico diverso, in cui le manifestazioni sono spinte da ragioni diverse ma in molti casi tutte legate alla transizione ecologica. In Italia, negli scorsi giorni la protesta si è diffusa parecchio, al punto che ad intervenire in loro favore degli agricoltori è stata la premier Giorgia Meloni. Ma cosa contestano e vogliono gli agricoltori? 

Le richieste 


Un netto cambio nelle politiche agricole europee. Già provati dai rincari del costo della vita, gli agricoltori stanno protestando in particolare contro misure pensate per rendere maggiormente sostenibile il settore agroalimentare, il cosiddetto Green Deal europeo. Non è la prima volta che il settore agricolo guarda con sospetto le politiche dell’Ue che, secondo gli agricoltori, finiranno con il danneggiare il lavoro. Poco gradite, le misure da cinquantacinque miliardi di euro introdotte per rinnovare e rendere più sostenibile la Politica Agricola Comune. La Pac, appunto, è l'insieme dei fondi che l'Unione europea eroga al settore agricolo. La Pac oggi occupa circa il 30% di tutto il bilancio europeo, è la voce di spesa più alta. Viene rinnovata ogni cinque anni, e quella attuale è valida dal 2023 al 2027.
A partire dall’obbligo delle rotazioni delle colture, per permettere ai terreni di riposare, l’obbligo di ridurre l’uso di fertilizzanti di almeno il 20% e quello di tenere il 4% dei propri terreni incolto, per aiutare la biodiversità dei campi, sono questi alcuni dei provvedimenti contestati in tutta l'Europa e che potrebbero far diventare il settore agricolo meno competitivo. Senza contare l’aumento del costo delle materie prime e del prezzo del gasolio agricolo, i salari bassi, la concorrenza sleale dei prodotti internazionali. Nel mirino però non c'è solo il Green Deal, tra le motivazioni della protesta, anche la Guerra in Ucraina che incide sull’importazione di prodotti agricoli, soprattutto cereali, a prezzi più bassi. Gli agricoltori denunciano che produrre alcuni prodotti in Ucraina, come il pollo, costa la metà che in alcuni Paesi europei, tra cui la Francia.

Secondo gli agricoltori, non è una partita equa: le aziende agricole ucraine media misurano circa mille ettari; gli equivalenti europei solo 41.

 
Ma le proteste riguardano anche le difficoltà economiche degli agricoltori, ad esempio la differenza tra il prezzo a cui gli alimenti vengono venduti ai fornitori e quello che poi pagano i clienti nei negozi. Ma anche aiuti economici nazionali, come le agevolazioni per acquistare gasolio: in molti Paesi europei queste sono state cancellate per ridurre le emissioni inquinanti, (in Italia sono ancora valide, anche se il governo l'anno scorso le ha inserite tra i "sussidi ambientalmente dannosi"). 

Francia 

Gli agricoltori francesi hanno occupato con i loro trattori lunghi tratti di autostrada verso Parigi, con l’obiettivo di bloccare l’accesso alla capitale. Sostengono di non essere pagati abbastanza e di dover rispettare un’eccessiva regolamentazione in materia di protezione ambientale. Alcune delle loro preoccupazioni sono condivise dai produttori del resto dell’UE, come l’aumento del costo del gasolio agricolo, i ritardi nel pagamento dei sussidi UE, la concorrenza delle importazioni più economiche e le norme ambientali. Altre sono invece di carattere nazionale, come l’aumento della burocrazia. Le proposte fatte finora dal neo premier Gabriel Attal non sono bastate a placare il malcontento.


Germania

E' stata la Germania il paese in cui sono iniziate le proteste, che però fin da subito hanno avuto un carattere principalmente nazionale: gli agricoltori sono arrabbiati per la graduale eliminazione delle agevolazioni fiscali sul gasolio agricolo nel tentativo di pareggiare il bilancio 2024, una mossa che ritengono li porterebbe alla bancarotta. A inizio anno, Berlino si è quasi fermata quando uno dei suoi viali centrali è stato bloccato da camion e trattori. 

Italia

Nel nostro Paese la protesta attacca soprattutto le politiche dell'Unione europea in materia di transizione ecologica, la mancanza di supporti e sussidi all'agricoltura, e poi temi collegati in modo laterale, come la carne coltivata o la farina di insetti. Non si può dire che ci sia un unico movimento organizzato in tutta Italia, anche se uno dei volti di spicco è Danilo Calvani protagonista sin dalle prime manifestazioni, agricoltore che nel 2013 fu tra i leader delle proteste dei Forconi, “Siamo apolitici, non siamo schierati con nessuno altrimenti fallisce tutto. La nostra è una battaglia agricola”, aveva detto Calvani una settimana fa. Nel caso dei Forconi, la mobilitazione (durata nella sostanza poche settimane) era partita dal Sud Italia e dagli autotrasportatori ma si era allargata ad agricoltori, pastori, operai su tutto il territorio nazionale. 

Adesso gli agricoltori italiani chiedono più tutela del Made in Italy, e si oppongono all’aumento del prezzo del gasolio. Ma non solo, nel mirino i prodotti OGM che entrano nel mercato con caratteristiche più performanti e spiazzano gli agricoltori, costretti a produrre l'Ogm free a costi più alti che non vengono riconosciuti dai prezzi. A Novara 200 trattori avevano mostrato slogan come: "no farmers no food" "senza agricoltura niente cibo e niente futuro", "coltiviamo il nostro e vostro futuro". Non sono mancati anche gli avvisi funerari che annunciano la morte dell'agricoltura. Ora le manifestazioni hanno raggiunto anche l'estremo nord italiano fino alla punta più a sud, annunciati giorni di manifestazione anche ad Aosta, oltre che trecento trattori in marcia da Matera verso la Puglia. Tra i temi sollevati, soprattutto dai novaresi, molti dei quali hanno le proprie aziende nelle campagne immediatamente a ridosso del centro abitato, anche quello del consumo di suolo: «Si costruiscono - dicono - in continuazione aree logistiche portando via terreno fertile all'agricoltura». Anche interventi apparentemente ecologici sono considerati "nemici". 

A Roma

Ieri lo stesso Calvani si è presentato in questura a Roma per stabilire come si svolgerà la protesta che nei prossimi giorni arriverà a Roma. La data fissata è quella di giovedì 8 febbraio dove si dovrebbero vedere 2000 trattori, molti sono già arrivati nella capitale. In un'intervista sulla Stampa, l'agricoltore (ha un'azienda con dieci ettari di terreno in provincia di Latina) ha annunciato: "I trattori, tanti, staranno tutti attorno a Roma. Sarà un accerchiamento, ma non saranno solo trattori, ci saranno i camion e altro. Non prevediamo di bloccare il traffico, certo qualche disagio ci potrà essere". "Ci hanno tradito i nostri rappresentanti, la classe politica, da questi siamo stati traditi. Perché non ci hanno difeso", ha lamentato Calvani, spiegando il nome del Comitato. Anticipando l'apertura di Giorgia Meloni a un incontro, l'agricoltore è rimasto sospettoso: "Se ci deve ricevere per prenderci in giro è meglio che non lo faccia. Se invece è in grado davvero di cambiare le cose… ma lo dubito" conclude Calvani.

Europa

Intanto dall'Europa arriva una prima vittoria, la presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen ha annunciato il ritiro della direttiva sui pesticidi, tra i punti più criticati dai produttori. "Gli agricoltori vanno ascoltati, servono incentivi con sussidi", aggiunge. "Il ritiro della proposta di regolamento sull'uso sostenibile dei fitofarmaci (Sur) salva il 30% delle produzioni alla base della dieta mediterranea, dal vino al pomodoro, messe a rischio dall'irrealistico obiettivo di dimezzare l'uso di agrofarmaci”, ha commentato il presidente della Coldiretti Ettore Prandini. Nel frattempo ad essere sotto assedio adesso è Strasburgo. Circa un centinaio di trattori hanno bloccato l'ingresso dell'Eurocamera, mentre in aula era in corso il dibattito sulle conclusioni dell'ultimo vertice Ue alla presenza della presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen e del presidente del Consiglio europeo Charles Michel. La polizia è intervenuta alzando delle barriere mobili per contenere la protesta. Alcune centinaia di manifestanti sono ora radunate di fronte all'ingresso principale, bloccando la circolazione di auto e mezzi pubblici.

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