Pnrr, il patto sulle modifiche. Von der Leyen incontra Mattarella e Tajani e apre: «Dialogo con l'Italia»

Dalla Ue sì alla revisione del piano. Avanti con le riforme strutturali e verifica sugli obiettivi raggiungibili

Pnrr, il patto sulle modifiche. Von der Leyen apre: «Dialogo con l'Italia»
di Alberto Gentili
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Giovedì 8 Dicembre 2022, 00:22 - Ultimo aggiornamento: 12:37

Ora c’è il sì di Ursula von der Leyen a rivedere gli obiettivi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). A incassarlo, durante un pranzo di lavoro in prefettura a Milano è stato il capo dello Stato, Sergio Mattarella, accompagnato dal ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ma attenzione: rivedere gli obiettivi del Pnrr non vuol dire, fanno sapere dal Quirinale, rinunciare a realizzare le riforme come quella della concorrenza, del fisco, del codice degli appalti, etc. Non a caso martedì Mattarella era tornato a chiedere al governo di «rispettare gli impegni» presi con l’Europa per il Pnrr «cui è legato il futuro dell’Italia».
La svolta della presidente della Commissione europea è stata svelata da un comunicato diffuso dal Quirinale. Una manciata di righe nelle quali è stato sottolineato il «dialogo eccellente» tra Bruxelles e il governo italiano per l’attuazione del Pnrr. E, soprattutto, si fa presente che da «parte italiana è stata ricordata la necessità di predisporre i necessari aggiustamenti al Pnrr tenendo conto dei nuovi fattori (inflazione, aumento dei costi di energia e materie prime) provocati in conseguenza dell’invasione russa dell’Ucraina». 

Insomma, le modifiche al Pnrr servono. Su questa richiesta si salda un asse tra Mattarella e Giorgia Meloni.

Ma questa revisione - avverte il capo dello Stato, d’intesa con von der Leyen - dovrà limitarsi agli investimenti, in particolare a quelli i cui costi sono lievitati a causa del caro-materiali. Traduzione: potranno essere ridotte o cambiate, le opere da realizzare entro il 2026 a causa dell’impennata del prezzo finale di realizzazione delle varie infrastrutture. Sulle riforme, invece, non ci sono margini per cambiamenti, perché sono il banco di prova su cui Bruxelles misura l’impegno dell’Italia a cambiare. Nodo che Ursula von der Leyen ha sottolineato in occasione della cerimonia di saluto a Mario Monti all’università Bocconi: «Le riforme sono il motore dell’economia italiana. Possono davvero dare una spinta alla ripresa».

Adesso, come spiega il ministro Raffaele Fitto responsabile dell’attuazione del Pnrr, c’è anche una data per avviare il processo formale di revisione del Recovery assieme alla Ue: l’iter comincerà a gennaio, dopo che il governo presenterà al Parlamento la relazione aggiornata sullo stato di avanzamento delle riforme e degli investimenti, disegnando il quadro delle difficoltà che molti ministeri stanno evidenziando. Una cabina di regia, la prossima settimana, farà il punto sugli obiettivi alla portata, cercando lo sprint di fine anno che assicuri la terza rata da 19 miliardi di euro.
Fitto annuncia, di fatto, che da gennaio sarà avviato l’iter di modifica del Pnrr come prevede l’articolo 21 del regolamento europeo che lo istituisce. Secondo le regole, se il Piano non può più essere realizzato in tutto o in parte, a causa di circostanze oggettive, lo Stato può presentare alla Commissione europea una richiesta motivata e una proposta di modifica. Se le motivazioni vengono accolte, la decisione passa al Consiglio Ue per l’ok finale. 

IL NODO DEL PREZZO DEL GAS

Von der Leyen a Milano ha dispensato ottimismo. Per la presidente della Commissione Ue «l’impatto del Pnrr in Italia è ben visibile». E sul fronte della crisi energetica si è detta «molto fiduciosa» che la proposta di fissare un tetto massimo al prezzo del gas (price cup) «si concretizzerà entro la fine dell’anno». E qui è scattato un «grazie» al nostro Paese per «essersi fatto promotore di questa proposta». 
Il problema è che la Commissione ha fissato una soglia per il price cap altissima, in modo da venire incontro alle perplessità di Germania e Olanda. Ed è per questo che Mattarella, durante la colazione di lavoro, si è detto «preoccupato» delle ricadute negative per famiglie e imprese in Italia a causa dell’alto prezzo del gas e ha auspicato una ridefinizione del tetto «realistica ed efficace». Sarà questo il terreno di scontro al Consiglio europeo della prossima settimana. Con la presidente della Commissione convinta, comunque, che «l’Europa sia al sicuro» per questo inverno grazie agli stoccaggi di metano al 96%.

 

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