Meloni star della Prima alla Scala, la battuta al compagno Giambruno: «Ogni tanto cerchiamo di frequentarci...»

Look del premier promosso a pieni voti da tutti. Cinque minuti di applausi per Mattarella

Meloni star della prima alla Scala, la battuta al compagno Giambruno: «Ogni tanto cerchiamo di frequentarci...»
di Mario Ajello
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Mercoledì 7 Dicembre 2022, 19:30 - Ultimo aggiornamento: 20 Ottobre, 13:09

Aspettano tutti lei e vogliono vedere dal vivo, oltre al Boris Godunov, la nuova destra incarnata da Giorgia Meloni. Quando il capo del governo attraversa il foyer della Scala c’è chi vorrebbe accarezzarla («Finalmente una donna al potere») e lei appare molto a suo agio («Sono emozionata e incuriosita, è la prima volta che entro alla Scala») mentre sale verso il palco reale. Da cui si affaccia insieme a Sergio Mattarella e a Ursula von der Leyen: i tre presidenti. 

«L'abito spero sia all'altezza delle vostre aspettative», dice Meloni alla folla che la aspetta. Sorride. Sfoggia un vestito Armani nero e sopra ha una mantella di velluto. Le scarpe a punta sono intonate. Orecchini d’oro e chignon in testa. Non sfigura affatto anche se per via del cerimoniale a lei viene assegnato nella prima fila sul palco reale un posto un po’ defilato (quasi nell’angolo sulla sinistra) rispetto a Mattarella che è al centro con  affianco von der Leyen. Meloni canta per intero l’inno di Mameli diretto dal maestro Chailly. Così anche il presidente La Russa.

 

Giorgia Meloni arriva con il compagno Andrea Giambruno

Dietro di loro oltre alla figlia di Mattarella, Laura, il compagno della Meloni, Andrea Giambruno, in smoking come tutti. «Che bello essere qui insieme, ogni tanto cerchiamo di frequentarci», scherza il premier. Lui piuttosto apprezzato dalle sciure milanesi: «Un bel tipo però...».

La prova Scala è stata superata in pieno da Meloni, accolta così dai più: «Se riesce lei, riesce l’Italia». 

Per Mattarella 5 minuti di applausi. A chi ha chiesto a Meloni se la rappresentazione di un’opera russa qual è il Boris Godunov può creare qualche problema in questa fase, lei ha risposto: «Conoscete la mia posizione in tema di conflitto in Ucraina, ma penso che la cultura sia un'altra cosa e penso che non bisogna fare l'errore di mescolare dimensioni che sono diverse». 

«Tenere separata la cultura russa dalla politica»

E ancora: «Noi non ce l'abbiamo con il popolo russo o con la storia russa, ma con le scelte di chi politicamente ha deciso di invadere una nazione sovrana. È una cosa diversa, secondo me è giusto mantenere le due dimensioni separate». Ci sono oltre a Sala e a Fontana, sindaco e governatore, i ministri Urso, Sangiuliano e Casellati. Osserva il ministro della Cultura:  «Da universitario sono stato loggionista del San Carlo di Napoli e andavo ai concerti di Ravello. Mi colpì la storia di Alcide De Gasperi che nell’immediato dopoguerra volle intervenire per l’immediata ricostruzione della Scala. Fu attaccato per questo. Ma secondo me fece bene , perché era un simbolo della rinascita nazionale dimostrando di essere uno statista. Stasera sto pensando  a Paolo Isotta, gigante della critica , autentico intellettuale di destra».

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Ma ecco le signore milanesi che approvano il look di Meloni e il suo portamento, promosso - secondo le amiche che hanno parlato con lei - perfino da Natalia Aspesi gran signora dei salotti milanesi di sinistra che per un po’ ha aspettato nel foyer l’arrivo dei politici ma poi è entrata in sala: «Ho una  certa età... e devo sedermi». Poco più in là Fedele Confalonieri: «Giorgia Meloni è brava. Sta lavorando bene», assicura. 

E tutta la buona società milanese - melomani e meloniani già convinti o in procinto - vuole conoscerla. Perciò tra palchi e realtà c’è l’assedio a Tommaso Sacchi. È l’assessore milanese alla Cultura ed è lui a organizzare la cena di gala post Godunov, nello splendido palazzo cinquecentesco Spinola, a cui tutti vorrebbero partecipare: «Tommaso, ti prego, riesci a farmi entrare?». Nel menu c’è il risotto allo zafferano, la cassoeula su tortino di verza,  il panettone con gelatina di mandarini. Tutto molto milanese. Ma oltre alla presenza di Mattarella e di Ursula, la pietanza forte è romana e non sembra dispiacere Meloni a questo pezzo di Paese.

 

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