Migranti, Viminale ai sindaci: «Subito alloggi per ospitare chi arriva». Al vaglio nuove strutture

I primi cittadini: «Servono più risorse». Oggi la cabina di regia a Palazzo Chigi

Migranti, Viminale ai sindaci: «Subito alloggi per ospitare chi arriva». Al vaglio nuove strutture
di Cristiana Mangani
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Martedì 4 Aprile 2023, 00:15 - Ultimo aggiornamento: 10:15

È il problema più immediato, quello che potrebbe esplodere da un momento all’altro: il sistema di accoglienza per i migranti è al collasso. L’allarme arriva da più parti. Il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi ha ben chiara la situazione e la ribadirà anche oggi durante la Cabina di regia programmata da Palazzo Chigi.

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Nei giorni scorsi sono stati allertati i prefetti che, a loro volta, hanno chiamato in causa i sindaci: «È necessario reperire ogni alloggio possibile - hanno chiesto ai primi cittadini -: hotel, case vacanze, bed and breakfast».

Tutto quello che possa aiutare a collocare i migranti irregolari, senza caricare troppo questa o quella regione. Perché è pur vero che il titolare del Viminale intende allargare il numero dei Cpr, i Centri di permanenza per i rimpatri, portandoli a uno ogni regione, ma che per poterlo fare ci vuole tempo e la bella stagione è dietro l’angolo. Se a questo si aggiunge la situazione sempre più critica della Tunisia, dove il presidente Saied sarebbe reduce da un periodo di ricovero nell’ospedale militare, con condizioni di salute definite dall’opposizione locale non proprio buone, i rischi di una ondata ancora più numerosa si fanno ogni giorno più concreti.


I NUMERI
Al momento sono oltre 110 mila i migranti ospitati nei centri di tutta Italia (la cifra più alta dal 2019), il sistema di prima e seconda accoglienza, mal gestito e senza programmazione da anni, è imploso sotto la spinta delle oltre 27mila persone sbarcate nei primi tre mesi dell’anno. Per questo i prefetti sono intervenuti facendo appello ai sindaci. Sindaci, però, che, a loro volta, si sono appellati al governo. «Di questo passo - conferma Matteo Biffoni, primo cittadino di Prato, delegato Anci per l’immigrazione - la situazione diventerà insostenibile. Abbiamo chiesto al Viminale di poter ampliare i centri Sai, gli ex Sprar, per i richiedenti asilo, perché gli ultimi bandi sono andati deserti. I soldi messi a disposizione non sono sufficienti a coprire i costi e gli enti del terzo settore rinunciano. I posti dell’accoglienza - conclude Biffoni - non sono replicabili all’infinito».
In attesa di strutture utilizzabili per i nuovi arrivi, Piantedosi ha chiesto, sempre ai prefetti, di attivarsi anche per reperire strutture di accoglienza per i minori stranieri non accompagnati (sono già 2.600 quelli arrivati quest’anno). Il «costante aumento dei minori stranieri non accompagnati» sta mettendo sotto «forte pressione» il sistema nazionale di accoglienza - ha evidenziato il ministro in una circolare -. È quindi urgente reperire ulteriori strutture, con una capienza sui 50 posti l’una, presso le quali assicurare la prima accoglienza dei giovani migranti in arrivo». Il documento sottolinea inoltre l’importanza delle procedure di accertamento dell’età, «nell’ottica di indirizzare le misure di protezione in favore di chi rivesta, effettivamente, la qualità di minore straniero non accompagnato».

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Nell’ultimo triennio, indica la circolare, si è registrato l’arrivo in Italia di 53.751 migranti minori non accompagnati: 8.939 nel 2020, 16.575 nel 2021, 28.237 nel 2022 (7mila dei quali ucraini); nel 2023, ad oggi, sono 2.440. Nei centri attivi c’è quindi una situazione di sovraffollamento e, nel contempo, la difficoltà a reperire, «con l’urgenza che il caso richiede», nuove strutture. Il decreto legislativo 142 del 2015 prevede che i prefetti possano attivare Centri di accoglienza straordinari (Cas) dedicati ai minori con più di 14 anni d’età, con una capienza massima di 50 posti.


GLI OBIETTIVI
Sul tavolo delle iniziative di contrasto ci sono anche (con l’ok del ministro della Difesa Crosetto) la disponibilità della Difesa di navi ed aerei militari per svuotare l’hotspot di Lampedusa, ormai costantemente sovraffollato. Si punta poi a potenziare i rimpatri, dal momento che il grosso dei migranti - è il ragionamento del ministero - proviene da paesi cosiddetti sicuri e non avrebbe i requisiti per ottenere la protezione. L’obiettivo è anche quello di adottare alla frontiera procedure accelerate per l’esame delle domande di protezione, in modo da dare una risposta in tempi più veloci e agevolare così il rimpatrio per chi non ottiene il diritto di restare in Italia. A questo proposito si sta valutando se assicurare una piccola rendita per un mese a chi dovrà lasciare il nostro paese e dovrà aspettare il giorno dell’espulsione. Senza considerare, comunque, che 2 su 3 dei migranti espulsi fa perdere le sue tracce dirigendosi verso altri paesi europei.
 

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