Salva Stati, i ministri Lega
informati in estate
più volte sulla trattativa

Matteo Salvini e Giovanni Tria
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Mercoledì 20 Novembre 2019, 19:04
ROMA Al centro dei vertici estivi dei ministri finanziari e dei capi di Stato e di Governo, il Mes è già stato oggetto anche di dibattito parlamentare. Sia Lega che Movimento 5 Stelle si sono soffermati a lungo sul tema nel corso dell'informativa in Aula del 19 giugno scorso che Giuseppe Conte, premier dell'allora governo gialloverde, ha dedicato al successivo Consiglio europeo del 21 giugno, tra i cui temi figurava proprio la riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il 31 luglio è stata invece la volta dell'ex ministro dell'Economia, Giovanni Tria, intervenuto in un question time alla Camera, preceduto il 4 luglio da un'audizione alle Commissioni Bilancio e Finanze del Senato sugli argomenti degli Ecofin di maggio e giugno. Come spiegato da Tria al question time, la riforma dell'Esm è partita a dicembre 2018, con un accordo di massima dei Capi di Stato e di Governo sull'avvio del processo di modifica basato sulle proposte del precedente Eurogruppo. La riforma si innestava «nel solco di una riflessione più ampia col fine di completare l'Unione economica e monetaria». A sei mesi di distanza, l'Eurogruppo del 13 giugno 2019 ha raggiunto «un ampio consenso», spiegava ancora l'ex ministro, su una bozza di revisione, sottoposta all'Eurosummit del 21 giugno. I leader dei Paesi membri hanno in quell'occasione preso atto della bozza e invitato l'Eurogruppo a proseguire i lavori per giungere ad un accordo entro la fine dell'anno. «Lo Statement dell'Eurosummit ha anche precisato, come richiesto dall'Italia, - puntualizzava a luglio Tria - che nei prossimi mesi si dovrà seguire un approccio complessivo in una logica di pacchetto con riferimento ai tre ambiti delineati a dicembre scorso» (revisione del Mes, Budget dell'area euro e Unione bancaria, incluso lo schema comune di assicurazione dei depositi). La conclusione dell'accordo sul pacchetto complessivo relativo al Mes è stata quindi fissata a dicembre e solo a partire da quel momento potrà essere avviato il processo di ratifica, che dovrà essere preceduto da una legge di autorizzazione del Parlamento, come previsto dall'articolo 80 della Costituzione. Se le Camere non hanno dunque ancora votato un accordo che ancora non c'è, del Mes hanno però già discusso. Il 19 luglio, prima ancora del question time di Tria e in vista dell' Eurosummit, Conte ha infatti illustrato in modo esteso in Aula i dettagli delle modifiche allo studio, specificando innanzitutto che in base alle revisioni la valutazione della sostenibilità del debito dei Paesi membri sarebbe stata condotta «su base trasparente e prevedibile, ma consentendo un sufficiente margine di giudizio», senza dunque modalità automatiche (che secondo le osservazioni di alcuni rappresenterebbero di per sé un rischio a monte per i Paesi più vulnerabili). Al discorso di Conte sono seguiti interventi di tutti i partiti, con la maggioranza di allora capitanata da Francesco D'Uva (M5S) e Riccardo Molinari (Lega), entrambi scettici sulla riforma. A loro si deve la risoluzione approvata dalla Camera che impegnava il governo «ad opporsi ad assetti normativi che finiscano per costringere alcuni Paesi verso percorsi di ristrutturazione predefiniti ed automatici, con sostanziale esautorazione del potere di elaborare in autonomia politiche economiche efficaci» e «a promuovere, in sede europea, una valutazione congiunta dei tre elementi del pacchetto di approfondimento dell'unione economica e monetaria». Alla risoluzione è quindi seguita la trasmissione ai presidenti di Camera e Senato della bozza di revisione dell'Esm.
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