Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, il patto per un appoggio esterno in vista delle elezioni Europee

Giorgia Meloni sembra intenzionata ad appoggiare la candidatura di Ursula von der Leyen a vecchia-nuova presidente della Commissione Europea. Un percorso a tappe fatto con cautela.

Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen, il patto per un appoggio esterno in vista delle elezioni Europee
di Monica De Chiari
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Giovedì 18 Gennaio 2024, 11:53 - Ultimo aggiornamento: 11:57

Da leader dell'opposizione Giorgia Meloni è diventata capo del governo e ha capito che il dialogo con l'Europa richiedeva altre (e forse nuove) vesti. Questo perché governare l'Italia con troppa opposizione rispetto alle linee guida europee non sarebbe stato facile, e sicuramente nemmeno utile. Mercoledì 17 gennaio la presidente del Consiglio e la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen si sono incontrare a Forlì, l'argomento principale sono stati i fondi europei da destinare all'Emilia-Romagna che lo scorso 25 maggio è stata colpita da un'alluvione senza precedenti. Alla regione andranno 1,2 miliardi. E' stata anche l'occasione per parlare del Pnrr e soprattutto dei progressi che l'Italia sta compiendo nel portare avanti i progetti previsti dal finanziamento europeo. "L'Italia è in linea con i tempi dell'applicazione del Pnrr. Metà dei fondi sono già erogati", ha affermato la presidente von der Leyen concludendo: "l'Europa è con voi".

Un rapporto nuovo quello tra Giorgia Meloni e Ursula von der Leyen

Un anno di governo quello passato in cui le due donne sembrano aver stretto un rapporto molto buono, tanto più prezioso adesso che ci si avvicina alle europee di giugno.

L'incontro di mercoledi ne è una piccola dimostrazione. La questione va necessariamente inserita nel più ampio discorso delle elezioni europee, ormai il vero e unico punto di riferimento per tutti i dirigenti politici del Vecchio Continente, ma più di tutti a quello che accadrà al dopo-voto, quando cioè si tratterà di dar vita alla nuova Commissione. L'idea di Giorgia Meloni inizialmente sarebbe anche potuta essere quella di ribaltare la maggioranza attuale socialisti-democratici-popolari, soprattutto grazie alla sua leadership dei Conservatori. Una possibilità via via diventata sempre più remota anche per il ruolo che ora la leader di FdI occupa.

La strategia

La strada che si profila plausibile è quella di un appoggio esterno alla riconferma di von der Leyen come numero uno della Commissione Europea (sempre ammesso che in lista resti lei). Un segnale che molti potrebbero vedere come di “non belligeranza” alla nuova-vecchia presidente della Commissione, e dunque all’Europa intera: un capovolgimento rispetto alla linea antieuropea che Fratelli d'Italia ha sempre mostrato in passato. Un sì che non significherebbe e non porterebbe a nessuna alleanza in seno al Parlamento europeo, la premier Giorgia Meloni lo ha ribadito chiaramente nel corso della conferenza stampa di inizio anno, nessuna alleanza in programma che non sia già scritta. Se la scelta dovesse essere questa, un passaggio delicato potrebbe essere l'opera di avvicinamento del suo alleato di governo Matteo Salvini verso la "maggioranza Ursula", la Lega che non ha mai fatto mistero di essere allineata in tutto e per tutto con l'estrema destra europea nel gruppo Identità e democrazia, nulla di più lontano.

Tutto sta a vedere se Meloni riuscirà a tirarsi dietro l’intero gruppo dei Conservatori di cui è presidente. Una possibilità questa che potrebbe costarle qualche mugugno in Fratelli d’Italia e qualche voto tra gli elettori più inclini alla demagogia, ma che la potrebbe proiettare nell’orbita dei leader politici considerati legittimi ed affidabili a livello europeo ed internazionale, e questo sarebbe senza dubbio il risultato più importante per affrontare ancora più di metà della sua legislatura. Certo, un percorso appena cominciato e che la presidente del Consiglio sembra intenzionata a compiere con estrema cautela e a tappe.

Lato Bruxelles

Da Bruxelles la strategia dell'appoggio esterno potrebbe voler dimostrare maggiore "benevolenza" nei confronti di vari dossier sui cui l'Italia di Giorgia Meloni non sembra essere disposta a scendere a patti, dalla politica economica fino al tema immigrazione. Una carta che Ursula von der Leyen potrebbe tirare fuori all'occorrenza. Un piccolo cambio di passo fatto anche di attesa, forse un modo per sondare il terreno e decidere di compiere un ulteriore passo che renda “interno” un sostegno provvisoriamente qualificato come “esterno”.

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