Pnrr, Giorgetti: «Sostegni duraturi solo per le attività strategiche»

Il ministro: dall’auto ai chip fino alla difesa rafforziamo le fondamenta dell’economia. «Non solo bonus, lo Stato può aiutare ma è l’imprenditore l’elemento trainante»

Pnrr, Giorgetti: «Sostegni duraturi solo per le attività strategiche»
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Domenica 6 Marzo 2022, 00:26 - Ultimo aggiornamento: 18:29

Parte da lontano il ministro dello Sviluppo economico Giancarlo Giorgetti. Cita Joseph Schumpeter e John Maynard Keynes, ma il concetto che vuole far passare è semplice. I fondi del Pnrr devono dare sostegno ai settori strategici, alle fondamenta della nostra economia. «In questa epoca di grande incertezza - spiega - in cui l’economia si deve confrontare con le tremende tensioni delle guerra e gli strascichi della pandemia, bisogna far cadere tanti dogmi e tabù, guardando al futuro con pragmatismo». Non solo mettendo in cima alle priorità la necessità di far fronte alla “notte demografica” che rischia di condizionare il futuro del Paese nei prossimi anni, ma ponendo al centro l’industria manifatturiera che crea occupazione e ricchezza. E che meriterebbe «maggiore attenzione e considerazione» rispetto a quanto accaduto in passato. Del resto la task force annunciata proprio l’altro ieri dal Mise rientra in questa filosofia, in un approccio più ampio, senza ideologismi.

Le tappe

«Solo oggi - sottolinea il ministro - ci accorgiamo, ma è solo uno tra tanti esempi, che l’industria degli armamenti è stata trascurata, come fosse vietato parlarne».

Va invece considerata strategica, utile, come del resto riconosciuto dalla stessa Germania che ha varato un maxi piano d’investimenti nel settore. Giorgetti si chiede se sia più importante puntare sullo Stato o sul mercato e risponde che l’attuale situazione dimostra che Keynes «non basta». Che le sfide innescate dalla transizione ecologica e da quella energetica richiedono l’adozione di paradigmi diversi per evitare che intere filiere industriali scompaiano. Che fine faranno, è l’interrogativo, gli occupati nelle raffinerie? E chi lavora sulle catene di montaggio delle auto non ibride o elettriche? «Il processo del cambiamento va gestito - sottolinea con forza il ministro leghista - soprattutto ora che sono a disposizione le enormi risorse del Pnrr. Una occasione irripetibile, da non perdere, per ricostruire dal lato dell’offerta industriale, con nuove filiere da sviluppare». Giorgetti non vuole fare polemiche, ma invita a guardare oltre la logica dei bonus, degli incentivi a pioggia, dei vecchi schemi legati all’emergenza. Ma proprio per questo sostiene gli aiuti al settore auto alle prese con una rivoluzione epocale.

Gli obiettivi 

«La politica dei sostegni e i fondi del Pnrr - scandisce - devono guardare al lungo termine, alle fondamenta dell’economia, ai settori strategici da rafforzare o ricostruire o reinventare». Ci siamo accorti con la pandemia - ragiona - di non avere le fabbriche di mascherine, di essere molto indietro nei semiconduttori, di non avere sovranità tecnologica in molti comparti, ecco ora bisogna recuperare terreno, muoversi in fretta. Come? La visione del ministro è chiara: «lo Stato deve accompagnare, supportare, spingere, ma l’elemento fondamentale resta l’imprenditore che investe, che ha coraggio, che si lancia in nuove iniziative, che rischia». Per questo va creata «una cultura dell’imprenditorialità nei nostri giovani», perché allo Stato non si può chiedere tutto. Da qui l’urgenza e la necessità di puntare sulla formazione, su professionalità diverse, oltre che sulla voglia di fare. 
«I fondi del Pnrr - conclude - vanno utilizzati per costruire la fondamenta del futuro, non per abbellire le esteriorità del presente». Uno sforzo «da concentrare nei comparti strategici, non spendendo i fondi nei bonus, a partire da quello per il reddito di cittadinanza. Perché il futuro lo disegneranno gli imprenditori, le persone, non certo solo il governo o il ministero dello Sviluppo». 

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