Veneto, l'assessora Donazzan canta "Faccetta nera" in radio: polemiche e scuse. Zaia si dissocia e i social la bloccano

L'assessora veneta Donazzan canta "Faccetta nera" in diretta radio, Zaia: «si deve quantomeno scusare»
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Lunedì 11 Gennaio 2021, 17:41 - Ultimo aggiornamento: 18:50

Bufera sull'assessore all'Istruzione del Veneto Elena Donazzan (Fdi) per un'esibizione radiofonica in cui ha improvvisato il motivo fascista «Faccetta nera» giustificandosi con ragioni di famiglia e azzardando la tesi che Mussolini abbia fatto anche 'cose buone' come la fondazione di Iri e Inps. Tanto da attirarsi le ire delle forze di centrosinistra e anche la richiesta di scuse dal presidente Luca ZaiaIl suo profilo non risulta più Facebook, Instagram e Twitter.

L'episodio risale alla puntata di venerdì scorso de «La Zanzara» di Radio24, in cui Giuseppe Cruciani e David Parenzo hanno interpellato e provocato l'esponente Fdi a proposito della campagna pubblicitaria della pasta La Molisana.

Donazzan, accennando la marcetta del ventennio, ha ricordato di averla «imparata da bambina», di avere uno zio, Costantino, che faceva parte delle milizie mussoliniane e di preferire quel canto a «'Bella ciaò, che piacerà alla Boldrini».

Una 'performance' che non è piaciuta alle forze di opposizione, in particolare il gruppo Pd al Consiglio regionale, che ha annunciato un'interrogazione a Zaia «non solo per chiedergli di dissociarsi ufficialmente, ma per sapere se intende toglierle le deleghe, visto che lei non darà autonomamente le dimissioni». Altre richieste di dimissioni sono venute dalla deputata grillina Orietta Vanin, mentre la senatrice Daniela Sbrollini (Iv) ha puntato il dito sull'«ignoranza» di Donazzan sui presunti meriti del ventennio.

Il commento di Zaia non si è fatto attendere: «L'assessore si deve quantomeno scusare. Conosco la sua sensibilità». Volendo tuttavia circoscrivere l'episodio a un contesto di satira, Zaia ha ammesso che Faccetta nera «riprende un periodo buio, ed è inevitabile che in molte persone sia stata urtata la sensibilità». Scuse che infine Donazzan ha presentato, ma precisando di volerlo fare solo e soprattutto verso chi vuole «ottenere una reale ed effettiva pacificazione nazionale, assicurando dignità di memoria a tutti coloro che hanno sacrificato la propria vita durante la guerra civile tra il 1943 ed il 1945».

 

«Ecco di cosa si occupa la sinistra italiana nel periodo più tragico della nostra storia repubblicana: di fascismo - ha replicato l'esponente Fdi, ricordando di essere stata oggetto di attacchi violenti - Ho scoperto dunque che trovano il tempo non solo per litigare tra loro per mantenere in vita un governo che sta falcidiando la nostra economia, ma anche per montare un caso nazionale sulla mia partecipazione a 'La Zanzara', trasmissione che tutti conosciamo come goliardica e a tratti irriverente. A tutti quelli, invece, che non vedono l'ora di sfruttare certe strumentalizzazioni per ribadire odio e livore, non ho nulla da dire. Sarebbe inutile». «Uccisa da Fb and Co - ha poi commentato dopo essere stata bloccata sui social - Si chiama pulizia etnica del pensiero». 

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