L'appuntamento delle urne, che ci attende tra meno di un mese, rispetto alla precedente tornata elettorale del 2018, presenta un'incognita in più: quella del Covid.
«C'è un parere in arrivo del Consiglio superiore di sanità su cui faremo le opportune valutazioni», ha anticipato questa mattina il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ai microfoni di Radio Capital. Che, però, non lascia adito a dubbi: «Quello che è certo è che se una persona è positiva deve restare a casa, poi sui giorni di quarantena la valutazione in queste ore viene fatta dal Consiglio superiore di sanità».
La priorità dunque, per il titolare del discastero sul Lungotevere resta quella di evitare che «il contagio possa diffondersi in maniera troppo larga».
Il voto domiciliare
Si punta, dunque, anche per le prossime elezioni politiche, sulla la possibilità di estendere il voto domiciliare, già previsto per le persone inferme. Dietro questo scelta, la necessità , secondo Speranza di mantenere la giusta prudenza: «Abbiamo una fase diversa soprattutto grazie a una campagna di vaccinzione straordinaria a cui ha risposto il 90% degli italiani e la fase più drammatica è alle spalle, ma questo - ribadisce il ministro - non significa che il Covid non c'è più, che à andato su Marte».
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Alle precedenti elezioni amministrative, i positivi da Covid, che fossero sotto isolamento domiciliare, hanno potuto votare facendo pervenire al proprio Comune, in un periodo compreso tra il 10° e il 5° giorno antecedente quello della votazione: una dichiarazione attestante la volontà di esprimere il voto presso il proprio domicilio, con tanto di indirizzo completo; e poi, un certificato, rilasciato dal funzionario medico designato dalla ASL, non prima del 14° giorno antecedente la data della votazione, che attesti l’esistenza di tale condizione medica.