Centrodestra, Weber (leader Ppe) benedice la Meloni: «È europeista»

Il leader del Ppe a Roma: «Sostengo Forza Italia, garantisce per la coalizione»

Centrodestra, Weber (leader Ppe) benedice la Meloni: «È europeista»
di Francesco Bechis
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Mercoledì 31 Agosto 2022, 06:56 - Ultimo aggiornamento: 24 Febbraio, 05:48

L'agenda del centrodestra italiano è «una garanzia per l'Europa». Manfred Weber risponde serafico ai cronisti. Dalla sede della Stampa estera il presidente del Partito popolare europeo, 50 anni, bavarese e colonnello della Csu tedesca, dispensa rassicurazioni sulla compagine conservatrice che già si immagina a Palazzo Chigi. E dà un via libera della famiglia popolare a un eventuale governo guidato dalla leader di FdI Giorgia Meloni. «Quel che conta è il programma - chiosa da via dell'Umiltà affiancato dal coordinatore nazionale di Forza Italia Antonio Tajani - e la coalizione del centrodestra per il governo dell'Italia è fondata su un programma che ha un messaggio chiaro sui punti che riguardano l'Europa».

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L'ENDORSEMENT
Altro che mercati in tempesta e veti da Bruxelles.

Il centrodestra, assicura Weber, «è pronto a governare insieme» e a «garantire stabilità». L'auspicio, aggiunge con una frecciatina per il Quirinale, è che «dopo le elezioni le istituzioni democratiche italiane faranno la loro parte» e che «dalla decisione di Mattarella nasca uno sviluppo positivo per il Paese». L'arrivo del leader popolare a Roma era atteso da giorni. L'invito è partito da Forza Italia, che nel Ppe è iscritta fin dalle origini e in questa campagna elettorale ha scelto - per la prima volta - di inserire il logo della casa madre Ue nel contrassegno. La regia è di Antonio Tajani, che a Bruxelles è stato Commissario Ue e presidente dell'Europarlamento e tra i popolari è considerato un interlocutore di peso. «Il Ppe è la nostra famiglia europea», rivendica il numero due del partito. Incassando l'endorsement del presidente del Ppe: «Il prossimo governo avrà bisogno di persone che sanno governare il Paese. E per me è ovvio che Forza Italia è la forza politica che ha più esperienza in merito». L'agenda capitolina del capo dei popolari europei è stata preparata da Tajani ed è fittissima. Ieri, in mattinata, gli incontri con Confagricoltura e Coldiretti, con Weber a rivendicare le origini agricole, in un paesino della bassa Baviera. Nel pomeriggio il ricevimento con il Segretario di Stato vaticano Pietro Parolin, in serata la cena con Confindustria. Oggi il briefing mattutino con gli altri partiti della famiglia popolare - presenti i leader di Udc e Noi con l'Italia, Lorenzo Cesa e Maurizio Lupi - poi il pranzo ad Arcore, dall'amico Silvio Berlusconi.

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Il tempismo del tour non è casuale. Perché il plauso di un peso massimo della politica europea come Weber - quotato come prossimo candidato del Ppe alla presidenza della Commissione Ue - aiuta a far cadere i veti europei, veri o presunti, sulla strada che divide il centrodestra dal governo. «Non ho dubbi sulle istituzioni democratiche di questo Paese», risponde il bavarese a chi gli chiede se in Europa digeriranno un esecutivo con Giorgia Meloni e Matteo Salvini nella stanza dei bottoni. La garanzia dell'operazione, va ripetendo, si chiama Forza Italia, «partito filoatlantico ed europeista». Un assist al Cavaliere, che in mattinata prepara il campo con una nuova pillola video dedicata all'Ue: «L'Europa è la nostra patria comune. Qui sono nati i nostri principi cristiani e liberali». Il blitz romano di Weber, confida un big forzista, lancia anche un messaggio ad uso interno. «Nel prossimo governo, Forza Italia dovrà contare». Un monito pronto a riecheggiare - qualora il voto consegnasse la vittoria - al tavolo delle trattative per riempire le caselle dei ministeri. Né è casuale l'apertura del leader Ppe al tetto al prezzo del gas che il presidente del Consiglio Mario Draghi cercherà di ottenere al prossimo Consiglio europeo, «va nella giusta direzione», ha detto il leader del Ppe.

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LE TRATTATIVE
Sullo sfondo della visita, riaffiorano le trattative a Bruxelles per cercare di allargare gli orizzonti della famiglia popolare. Che Weber voglia spostare a destra il baricentro del Ppe non è un mistero. Ufficialmente, le porte sono chiuse per la Lega di Salvini, che in Ue siede con la famiglia di Identità e democrazia, il rassemblement dei sovranisti, dai lepenisti all'ultradestra tedesca di AfD, isolati dal cordone sanitario degli altri partiti. Oltretutto ieri Salvini a Porta a Porta ha rilanciato la sua posizione (lontana da FI) sul sistema delle sanzioni, che «va ripensato: con le sanzioni che abbiamo fatto - ha ribadito - i russi guadagnano. Cambiamo sanzioni e sanzionati, l'Europa sta sanzionando se stessa». Non si esclude, ad ogni modo, un avvicinamento. Diverso è il caso di Meloni, che presiede il gruppo dei conservatori europei (Ecr) e a Bruxelles non ha bisogno di battesimi e benedizioni. I contatti con Weber e il Ppe comunque sono costanti. E a tesserli c'è Raffaele Fitto, plenipotenziario europeo di FdI oggi candidato capolista nella Puglia di cui è stato governatore.

 

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