Bersani con parrucca bionda e baffi nel suo debutto da attore: «Consiglio l'autoironia anche ai miei colleghi»

Il corto sarà presentato al festival di Torino il 29 novembre

L'ex leader Pd Bersani rider e salumiere nel suo debutto da attore. Il film presentato al festival di Torino il 29 novembre
di Riccardo Palmi
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Sabato 25 Novembre 2023, 10:15 - Ultimo aggiornamento: 12:49

I molti volti dell'ex segretario dem: salumiere, cassiere, giocatore di bocce e rider. Con baffi e con parrucca bionda. Sono i ruoli-cameo in cui Pier Luigi Bersani si è prestato per il suo esordio davanti la telecamera nel corto "Coupon - Il film della felicità" di Agostino Ferrente, presentato ieri a Roma e che sarà fuori concorso il 29 novembre al Festival di Torino. 

Nessuna intenzione di iniziare una nuova carriera, assicura però l'ex leader del Pd: «L'ho fatto perché penso che l'autoironia sia un meccanismo di salute mentale da consigliare anche i miei colleghi.

E poi mi è piaciuta l'idea di questo film che credo rappresenti in qualche modo la realtà e soprattutto che se c'è una possibilità di felicità e solo nella relazione con gli altri». La politica aiuta a diventare attori? «È esattamente il rovescio, essere normali serve a fare il politico. Quello che mi ha aiutato a fare politica è la realtà, starci dentro. Questo film è amaro e drammatico perché racconta la realtà dove se non riesci avere un sistema di relazione c'è la solitudine».

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Il contesto

Il corto è ambientato in una Roma agostana, deserta. Andrea (Andrea Satta, cantante dei Tetes de Bois) deve accumulare punti per il Coupon della Felicità. E nel farlo canta, continuamente, la sua canzone mentre in bici va al supermercato a comprare scatolette di tonno, di cui è allergico, ma necessarie per accumulare punti per il coupon.

Nel cast del film anche Milena Vukotic, la poetessa Maria Grazia Calandrone e l'attore Paolo Lombardi. Un tema centrale è quello della solitudine: «È infelicità», continua Bersani, richiamando le parole di Papa Francesco, che «nelle sue encicliche le parole che usa di più sono isolamento, disarticolazione, distanza, scisma tra individuale e collettivo. La solitudine crea dei vuoti d'aria non consente insomma a certe realtà di farsi massa critica». Per questo,  «occorre una piattaforma che vede la politicità di questa solitudine incombente. Se invece hai una linea politica che d'istinto è corporativa, che va per dissociazioni, per categorie, questo problema si accentua come si vede anche in questo film».

Più complicato invece definire il film, prosegue il regista Agostino Ferrente: «È un video-clip espanso? Un corto musicale? Un musicarello? Un ibrido tra un videoclip e un film muto? Un divertissement, una scommessa/promessa tra amici cari, o forse un album di fotografie in musica, o ancora una filastrocca un po' canzone un po' film…Ai posteri l'ardua sentenza…». 

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