Non c'era la musica, ma il sound di Villa Grande - ieri durante il pranzo tra Berlusconi, Salvini, Meloni e gli altri leader del centrodestra - ricordava quello della celebre canzone: «Presidente siamo con te / menomale che Silvio c'è». Il Cavaliere infatti ha premesso: «Deciderò a gennaio se correre per il Colle oppure no».
Quirinale, Berlusconi insiste: «Al quarto scrutinio mi votano anche gli altri» `
Ma subito dopo ha illustrato la sua strategia da candidato già in campo: «Alla quarta votazione ci sarò io.
FORMAGGI E BOLLICINE
Al pranzo Salvini, dopo aver portato in mattinata i formaggi valtellinesi a Draghi, si è presentato con una bottiglia di bollicine Ferrari adatta al menù: ravioli in doppia versione (quella patriottica con pomodoro, basilico e parmigiano e quella burro e salvia), filetto con carciofi e patate, babà. Ma da gran padrone di casa Silvio ha fatto trovare per la Meloni, che le adora, le pere cotte al vino. E uno degli ospiti ha citato la poesia di Quasimodo cambiando «ed è subito sera» in «ed è subito pera». Ma non Pera inteso come Marcello perché «di nomi per il Colle - assicurano i presenti - non s'è parlato». Tranne di quello del Cav. Il quale ha assicurato: «Contro di me non ci saranno franchi tiratori». Affermazione che incontra qualche scetticismo. Ma davanti a Zio Silvio, tutti si sono detti con Berlusconi. Mentre nelle telefonate del dopo, con amici e colleghi di partito, si registrano racconti così: «Gli abbiamo dato il nostro appoggio per farlo contento, ma sembra tutto un azzardo...».
Lo spirito unitario, pur nella convinzione della Meloni che per l'ex premier «i numeri sono complicati», per adesso c'è nel centrodestra. E si farà di tutto, finché si potrà, per non gustarlo.
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