Vialli, Pietro Vierchowod: «Mi fece una rovesciata e diventammo amici, sarà sempre con me»

«Quando lui è andato via dalla Sampdoria, accettando il trasferimento alla Juventus, mi ha fatto un gol a Genova, a Marassi»

Vialli, Pietro Vierchowod: «Mi fece una rovesciata e diventammo amici, sarà sempre con me»
di Salvatore Riggio
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Sabato 7 Gennaio 2023, 01:52 - Ultimo aggiornamento: 11:04

Il dolore per la scomparsa di Gianluca Vialli difficilmente sarà spazzato via. Una persona stupenda, con qualità rare nel mondo del calcio. «È venuto, prima di tutto, a mancare un amico e una grande persona», il ricordo di Pietro Vierchowod, che con Vialli ha giocato nella Sampdoria, nella Juventus e in Nazionale. Vincendo, tra le altre cose, uno storico scudetto in maglia blucerchiata e la Champions in bianconero, quella stessa coppa che con la Samp era sfuggita a entrambi nella finalissima del 1992 contro il Barcellona, risolta da una punizione di Koeman ai supplementari. «Noi di quella squadra, siamo tutti legati. Tutti sapevamo di questo male, ma non ce l’aspettavamo comunque. È peggiorato all’improvviso», ha aggiunto.

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Quando è stata l’ultima volta che vi siete visti?

«Tutti gli anni, noi della Samp, ci ritroviamo a una cena e così è capitato il mese scorso, in occasione della presentazione del documentario sulla Sampdoria («La bella stagione», ndc).

Lui era già sofferente ed è venuto sia a Torino sia a Genova e abbiamo condiviso insieme quell’esperienza. Adesso ogni volta che organizzeremo questa cena, ricorderemo Gianluca».

Una persona meravigliosa, Vialli.

«Sì, davvero. Me lo voglio ricordare con un pallone sotto il braccio, così. Che sta organizzando una partita a fine allenamento con la maglia della Sampdoria. Perché lì ha trascorso i suoi anni migliori. Nello spogliatoio riusciva a stemperare le tensioni e a placare gli animi».

Per tutti voi, per Roberto Mancini, un dolore immenso.

«Mancini, il nostro ct, perde un amico importantissimo. Erano molto legati, anche adesso che Gianluca era in Nazionale con lui. Alla Sampdoria Mancio e Vialli erano la coppia del calcio italiano. È davvero una tragedia».

Ci resta l’immagine più bella: il loro abbraccio a Euro2020, vinto dall’Italia contro l’Inghilterra ai rigori.

«Quella, possiamo dirlo, è stata l’immagine più bella di quel torneo conquistato dagli azzurri».

Dallo scudetto con la casacca blucerchiata alla Champions con la Juventus. E lei sempre insieme a Vialli.

«Ed è stato bellissimo. Abbiamo vinto quel trofeo che c’era sfuggito a Genova. Sono passati molti anni, ma l’amicizia è rimasta. Continuavamo a sentirci, anche se eravamo distanti, geograficamente parlando».

Un rapporto sempre più forte il vostro.

«Aveva grandi doti umane. Ci sentivamo nella nostra chat, quelli della Sampdoria scudettata. Lui rispondeva ai nostri messaggi. Come le dicevo, siamo tutti amici. Io sono stato in tante squadre, ma da nessuna parte ho trovato lo stesso legame avuto con loro a Genova».

Lei difensore, Vialli attaccante. Invece, da avversario come era?

«Quando lui è andato via dalla Sampdoria, accettando il trasferimento alla Juventus, mi ha fatto un gol a Genova, a Marassi».

Cosa si ricorda di quella gara?

«Abbiamo scambiato due parole in campo, qualche battuta. Poi ha fatto gol e ha esultato, come è giusto che fosse. È stato molto bello affrontarlo in quell’occasione».

Il suo marchio indelebile: le rovesciate.

«Sì, vero. Le faceva sempre. Mi ricordo una partita: io giocavo già alla Sampdoria e affrontai la Cremonese di Gianluca. E anche in quella partita aveva provato a segnare in rovesciata. Poi il presidente Paolo Mantovani mi disse di aver acquistato il loro centravanti, Vialli appunto». Mancherà a tutti.

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