Thomas Piketty è stato condannato dalla Corte d'appello di Parigi per diffamazione nei confronti della sua ex compagna Aurélie Filippetti, ex ministra della Cultura. La vicenda è iniziata tre anni fa quando in una conferenza stampa il famoso economista francese aveva dichiarato che la sua fidanzata era stata violenta con le sue tre figlie. Ora a Piketty spettano le spese legali (3500 euro) e per la Filippetti verrà versata la cifra (simbolica) che lei aveva richiesto come risarcimento: 1 euro. Finisce così la querelle iniziata nel 2009 e riemersa nel 2019 durante il movimento MeToo.
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Thomas Piketty e Aurèlie Filippetti, storia di querele
Era il 6 febbraio del 2009 quando l'allora deputata socialista aveva denunciato il suo compagno per violenze ripetute durante la loro convivenza.
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Il caso si riapre nel 2019
Questione chiusa? No tutto si riapre a novembre 2019 durante una conferenza dell'economista. Una studentessa prese la parola e fece una domanda che fece riaprire il caso.
«Lei nel 2009 ha riconosciuto di avere picchiato la sua ex compagna. Allora adesso vorrei sapere, che cosa pensa del fatto di fare questa conferenza quando fra tre giorni ci sarà la Marcia contro le violenze sulle donne? E quando all'IEP è la settimana contro le violenze sessiste e sessuali?». Poi l'affondo anche agli organizzatori: «Non trovate che la sua presenza sia indecente?». Piketty preso totalmente alla sprovvista ha reagito come peggio non poteva fare: gettando fango verso la sua ex compagna (nonostante lei avesse deciso di ritirare la denuncia). «È il suo intervento che io trovo indecente. La relazione di cui parla è stata con una persona estremamente violenta nei confronti delle mie tre figlie, che all'epoca erano piccole. L'ho messa fuori di casa, l'ho spinta fuori, cosa che mi rincresce, e le assicuro che altri si sarebbero innervositi molto di più».
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La reazione dell'ex ministra
La Filippetti è rimasta allibita di fronte a tutto ciò. «Ha risposto come fanno molti uomini autori di violenze: dando la colpa alla donna. Sono io ad avere presentato denuncia contro di lui per violenze, all'epoca. Dopo avere ottenuto il riconoscimento dei fatti e le scuse, per evitare un'ulteriore mediatizzazione ero stata io a ritirarla. Lui ha cercato di capovolgere totalmente le cose accusandomi». Così l'ex ministra decide di portare l'ex in tribunale, stavolta per diffamazione. Durante l'udienza di appello del 22 aprile, Aurélie Filippetti ha spiegato che vedere queste immagini nel 2019, scoperte dai social network, era stato «un grande shock, una violenza incredibile», evocando «una nuova violenza che mi ha inflitto, dieci anni dopo episodi ricorrenti di violenza fisica e verbale». E aveva aggiunto: «Non posso accettare che guardando questo video si possa pensare che avrei potuto essere violenta», aveva anche detto.
Il verdetto
Il 25 maggio arriva il verdetto: condannato. E arriva il richiamo della Corte d'appello che lo rimprovera perché rispondendo alla studentessa «avrebbe potuto benissimo fornire le proprie spiegazioni senza arrivare a pronunciare frasi diffamatorie, prive di riscontro nella realtà».