Fisioterapisti, metà abusivi: come non rischiare

Fisioterapisti, metà abusivi: come non rischiare
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Mercoledì 10 Settembre 2014, 05:46
L'ALLARME
Mal di schiena, dolori cervicali, cattiva postura. Giovani e anziani ricevono trattamenti di fisioterapia, ma spesso rischiano di finire nella mani sbagliate. E di aggravare la patologia. Sulla carta, nel nostro paese, ci sono 100mila fisioterapista ma, nella realtà, la metà sono abusivi.
A lanciare l'allarme, durante la settimana mondiale dedicata alla riabilitazione, è l'Associazione italiana fisioterapisti (Aifi) che per l'occasione promuove la campagna “Giù le mani”. Giorno conclusivo è sabato prossimo, 13 settembre, il “FisioDay”, una giornata di apertura straordinaria degli studi fisioterapici in cui sarà possibile avere un consulto gratuito (prenotando al numero verde 800036077).
«Il fenomeno è dilagante, i millantatori vedono un facile business. A volte hanno fatto semplici corsi di massaggio, si camuffano in palestre o centri di estetica, giocando sulla buona fede del paziente. Bisogna stare molto attenti per il nostro corpo e per il portafoglio. Chiedere sempre di verificare gli attestati. Ancora, purtroppo, non è stato istituito un ordine professionale», spiega il presidente Aifi Antonio Bortone.
L'OPERAZIONE
Con l'età media che si allunga sempre di più e gli stili di vita sbagliati (si sta troppo a lungo seduti e si mangiano spesso cibi poco sani e ipercalorici, che fanno crescere il rischio di obesità) aumenta in Italia la domanda di prestazioni fisioterapiche.
«Obesità e scarso movimento alterano la postura, mettendo più facilmente a rischio di sviluppare patologie muscolo-scheletriche - aggiunge Bortone - Penso a uno dei disturbi più diffusi, la lombalgia, a cui vanno incontro almeno una volta nella vita il 75% delle persone: potrebbe essere prevenuta in molti casi già nell'adolescenza con una postura corretta e con postazioni ergonomiche per i nostri ragazzi, oltre che con l'attività fisica».
L'obesità «causa gravi problemi anche a carico delle articolazioni, due persone obese su tre finiscono per ammalarsi d'artrosi al ginocchio nel corso della vita». L'invito a perdere peso per non distruggersi le ginocchia arriva, nuovamente, dagli ortopedici in occasione di un intervento eseguito al Cto di Milano da Norberto Confalonieri, presidente dell'Associazione internazionale di chirurgia ortopedica computer e robot assistita (Caos). Per la prima volta è stato utilizzato un software made in Italy costruito ad hoc per l'impianto di mini-protesi parziali di ginocchio. «Il rischio di artrosi - aggiunge Confalonieri - è del 35% fra chi ha il peso nella norma ed è ancora più basso, circa il 30%, in chi non è mai stato sovrappeso dai 18 anni in poi. Però, chi ingrassa in età adulta, registra una probabilità di artrosi addirittura doppia, pari al 60%».
PROTESI PARZIALI
La nuova metodica si basa su protesi parziali, appunto, degli impianti, cioè «segmenti» che permettono di rendere l'operazione ancora più mini-invasiva. «Si sono sempre impiantate protesi totali in ginocchia che avrebbero richiesto una protesi parziale - conclude Confalonieri - tanto che le indicazioni per un intervento con protesi piccole riguardano almeno il 30% dei pazienti».
E.M.L.
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