Ucciso un altro nero, alta tensione in Usa

Ucciso un altro nero, alta tensione in Usa
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Sabato 22 Novembre 2014, 06:18
L'EMERGENZA
NEW YORK Un solo colpo di pistola, sparato da una recluta della polizia di New York vittima della tensione, ha tolto la vita al giovane di colore Akai Gurley la notte tra giovedì e venerdì, a Brooklyn. Gurley stava scendendo dall'ottavo piano di una casa popolare per uscire con la sua fidanzata. L'ascensore tardava troppo, e i due si sono arrischiati a scendere lungo le scale, a dispetto della precaria illuminazione. Dietro una delle porte di servizio la recluta Peter Liang, in servizio da soli diciotto mesi, era appostato con un suo collega.
VOLEVA SALVARE LA RAGAZZA

L'agente ha udito i passi della coppia e ha perso il controllo dei nervi: un proiettile sparato nel buio, contro il corpo di Gurley che di fronte all'arma cercava di fare da scudo alla ragazza. All'arrivo all'ospedale il giovane era già morto. «E' stata una tragedia, sfortunata ma casuale», è corso a dichiarare il capo della polizia newyorkese Bill Bratton. «Non conosciamo ancora i dettagli, ma al primo sguardo sembra una morte accidentale» fa eco il sindaco de Blasio. Il poliziotto è un bianco asiatico, la vittima un 28enne nero. I due amministratori della città sanno bene che sarà dura convincere i gruppi per i diritti civili che da mesi gridano per le strade la loro rabbia di fronte a tanti «incidenti» simili. Infatti mentre de Blasio e Bratton cercano di mantenere la calma, nel vicino isolotto di Staten Island era già riunito ieri un gran giurì, che dovrà decidere se ci sono elementi di colpevolezza per uno dei due poliziotti.
I focolai di protesta a New York impallidiscono di fronte al vulcano di Ferguson in Missouri, dove una folla giunta ai limiti dell'eruzione attende da due mesi il verdetto di un altro gran giurì, quello che deve decidere sull'eventuale incriminazione di un altro poliziotto bianco: Darrell Wilson, che il 9 di agosto ha ucciso un'altra vittima di colore: Michael Brown.
GUERRIGLIA IN PIAZZA

I manifestanti che non hanno mai abbandonato la piazza si sono scontrati a più riprese con la polizia, decine di loro sono stati arrestati, e altrettanti poliziotti aggrediti e malmenati. Questa è stato il teatro delle marce per i diritti civili negli anni '60, e l'albergo di St Louis dove fu ammazzato il reverendo King è a pochi chilometri di distanza. Il gran giurì è un gruppo di 12 cittadini, che nel caso di Ferguson è composto da 9 neri e tre bianchi, sette uomini e cinque donne. Procuratore e giudice del caso Brown hanno chiesto il loro aiuto nel determinare se l'agente Wilson deve essere imputato, molto probabilmente perché da soli non se la sentivano di puntare su un'incriminazione che porta un peso di tali conseguenze. Ieri gli avvocati delle due parti sono accorsi a Ferguson fiutando l'imminenza del giudizio.
APPELLI ALLA CALMA

Il governatore ha già dichiarato lo stato d'emergenza. Le scuole saranno chiuse da lunedì per l'intera settimana, e i proprietari di armerie della zona dicono di aver venduto un numero straordinario di pistole. Il padre della vittima ha lanciato un appello televisivo a mantenere la calma e rispettare la proprietà pubblica, così come ha fatto tre giorni fa il presidente Obama. Si aspetta solo una parola a Ferguson, ma la città e l'intero paese sono già profondamente divisi sul caso, comunque vada a finire.
Flavio Pompetti
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