Putin, il retroscena di Gordon Brown: «A Mosca mi minacciò, l'unica cosa che capisce è la forza»

Putin, il retroscena di Gordon Brown: «A Mosca mi minacciò, l'unica cosa che capisce è la forza»
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Domenica 19 Giugno 2022, 18:39 - Ultimo aggiornamento: 21 Giugno, 09:13

«Quando la gente dice che Putin è cambiato, ed è diventato minaccioso solo ora, sbaglia, mi minacciò già all'epoca. Per questo io non mi facevo illusioni su come fosse realmente». L'ex primo ministro del Regno Unito Gordon Brown ha rivelato in un'intervista a "The Telegraph Magazine" un retroscena sul presidente russo, durante una sua visita ufficiale a Mosca del 2006. «Sono stato messo su un sedile molto basso in modo da guardarlo dal basso verso l'alto. È certamente un uomo relativamente basso e indossa dei tacchi  - ha ricordato Brown - Comunque, quel giorno ha tirato fuori delle schede e ha continuato a leggere tutte le informazioni che aveva su di me, come se volesse dimostrare di conoscermi più di quanto io sapessi di me stesso».

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IL MONDO DIVISO SULLE SANZIONI

L'ex primo ministro inglese crede che Putin risponda solo a «una dimostrazione di forza intransigente e inflessibile», aggiungendo: «L'unica cosa che capisce è la forza. Debolezza che sfrutterà, perché è opportunista all'ennesima potenza».

Secondo Brown, l'inerzia dell'Occidente per l'invasione russa della Crimea nel 2014, avvenuta mentre David Cameron era primo ministro, «ha permesso a Putin di pensare che avrebbe potuto farla franca con ulteriori incursioni«. In un'altra intervista alla BBC di oggi, Brown ha detto: «Applaudo all'unità della Nato, ma c'è un problema con il coordinamento delle sanzioni. Quello che abbiamo anche visto è la disunione globale: 82 paesi si rifiutano di sostenere l'azione contro la Russia per la sua violazione delle libertà umane, 150 paesi in tutto il mondo non stanno imponendo sanzioni. Uno dei motivi è che non abbiamo mostrato alla gente che la globalizzazione guidata dall'Occidente sta lavorando per ridurre la povertà, aumentare gli standard di vita e, naturalmente, affrontare il cambiamento climatico nei paesi più poveri».

 

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