«Malformazione cardiaca», il piccolo Giacomo tradito dal cuore. Dopo l'autopsia nuovi esami per capire se poteva essere salvato

Giacomo Lionello
di Marco Aldighieri
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Venerdì 27 Agosto 2021, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 28 Agosto, 09:55

PORTO VIRO - Il piccolo Giacomo Lionello di 5 anni, morto nelle prime ore di lunedì mattina nel reparto di terapia intensiva pediatrica dell’ospedale di Padova, potrebbe essere deceduto a causa di una sospetta malformazione cardiaca. È quanto emerso dall’autopsia, eseguita ieri, 26 agosto, nel tardo pomeriggio dal medico legale Sindi Visentin. Il cuore adesso verrà esaminato dalla professoressa Cristina Basso, direttore di Patologia Cardiovascolare dell’Azienda Ospedaliera di Padova, per appurare l’entità della malformazione e se ha portato alla morte del bimbo. 
Tuttavia le indagini proseguono, per valutare se Giacomo poteva essere salvato. Insomma, gli inquirenti dovranno valutare, insieme agli ispettori mandati dalla Regione nei tre poli ospedalieri dove il piccolo è stato ricoverato, eventuali colpe mediche

I FATTI 
Intorno alle 10 di domenica 22 agosto Giacomo, nella sua abitazione di Porto Viro in provincia di Rovigo, ha iniziato ad accusare crampi allo stomaco e vomito. Papà e mamma lo hanno portato al pronto soccorso dell’ospedale di Adria, dove i medici del polo ospedaliero polesano dopo averlo tenuto in osservazione per circa un’ora e avergli diagnosticato, sembra, una gastroenterite lo hanno dimesso. 
Il bambino, a settembre avrebbe compiuto sei anni pronto per la prima elementare, nel corso della giornata ha avuto un peggioramento e le sue condizioni si sono aggravate. I genitori, allarmati, hanno allora deciso di farlo visitare, ormai già in tarda serata, anche al pronto soccorso dell’ospedale di Chioggia. E qui la situazione è precipitata: Giacomo ha avuto, secondo una prima ricostruzione dei fatti, almeno un paio di arresti cardiaci. 
Il quadro clinico è apparso ai dottori disperato, tanto da convincere i medici lagunari a richiedere un trasferimento immediato del piccolo paziente nel reparto di terapia intensiva pediatrica di Padova. Ma quando Giacomo è arrivato, intorno alle tre del mattino di lunedì 23 agosto, le sue condizioni sono subito apparse gravissime. Lo staff medico si è prodigato per strapparlo alla morte, ma quattro ore dopo il suo cuoricino ha smesso di battere. 
Il direttore generale Giuseppe Dal Ben ha dichiarato: «Il bambino è arrivato dai noi alle tre del mattino in condizioni molto critiche.

Esprimiamo il nostro cordoglio alla famiglia. Quando succedono queste cose toccano tutti anche dentro l’ospedale. Noi siamo qui per far stare bene, ma qualche volta non ce la facciamo».

LE INDAGINI
La famiglia di Giacomo si è affidata al legale Luigino Martellato di Dolo. L’avvocato la mattina del 24 agosto ha presentato un esposto in Procura a Padova, chiedendo di effettuare l’autopsia sul corpo del bambino e di acquisire le cartelle cliniche. E il pubblico ministero di turno Marco Peraro, ha ordinato l’esame autoptico e ha anche fatto acquisire le cartelle cliniche. Inoltre su mandato del governatore Zaia, gli ispettori regionali nella giornata di mercoledì hanno effettuato un controllo negli ospedali di Padova, Adria e Chioggia. La loro relazione finirà sul tavolo degli inquirenti, per portare ulteriori elementi all’inchiesta. 
E l’autopsia, eseguita ieri a partire dalle 17, ha evidenziato nel cuoricino di Giacomo una sospetta malformazione. Altre indagini medico legali serviranno a capire se questa è stata la causa del decesso, ma soprattutto se il piccolo poteva essere strappato alla morte nel suo calvario di ricoveri nella giornata di domenica scorsa. Insomma, le indagini sono solo all’inizio. 
 

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