Ucraina, il comico Zelensky primo con il 30,4%, lite sul secondo posto: ballottaggio a Pasqua

Ucraina, il comico Zelensky primo con il 30,4%, lite sul secondo posto: ballottaggio a Pasqua
di Giuseppe D'Amato
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Lunedì 1 Aprile 2019, 10:17 - Ultimo aggiornamento: 11:50
KIEV Il primo tesissimo turno delle presidenziali ucraine è terminato. Nessuno dei 39 candidati in lizza ha ottenuto il 50% più uno dei voti per vincere subito la consultazione. Andranno al ballottaggio del 21 aprile lo showman Vladimir Zelensky ed il capo dello Stato uscente Petro Poroshenko. L'exit poll ufficiale ha assegnato al primo il 30,4% delle preferenze ed al secondo il 17,8%. Terza è arrivata l'ex premier Julija Timoshenko (14,2%) che però ha contestato i risultati: siamo noi secondi, non Poroshenko. Vladimir Zelensky è quindi riuscito ad intercettare e a cavalcare in pieno l'ondata di scontento popolare contro la classe politica nazionale. Gli ucraini sono irritati per gli apparentemente scarsi risultati nella lotta contro la corruzione e contro gli oligarchi che continuano a controllare l'economia della repubblica ex sovietica. Secondo le rilevazioni la gente è delusa anche dalla scarsa qualità della vita e per il perdurare della crisi. «Questo ha commentato Zelensky è il primo passo verso la vittoria».

IL SOSPIRO DI SOLLIEVO
Alla pubblicazione dei risultati un sospiro di sollievo è stato tirato da Petro Poroshenko, fino a qualche settimana fa, indicato in forte ritardo, nonostante nei suoi cinque anni di presidenza abbia legato definitivamente i destini del proprio Paese al mondo occidentale, abbandonando il polo russo, e sia stato uno dei fautori della creazione di una Chiesa ortodossa ucraina indipendente unita dopo 332 anni di giurisdizione moscovita. «Mai vista una concorrenza del genere ha osservato Poroshenko -. E' stata sconfitta la quinta colonna russa che voleva far deragliare il nostro corso verso l'Europa e l'adesione alla Nato».

Attorno alla sede della Commissione elettorale sono state erette delle tende, che potrebbero essere il centro di una nuova rivolta contro il potere come nel 2004 e nel 2013. Non si capisce, però, chi siano i loro occupanti e cosa vogliano. Grande malumore è stato espresso dalla squadra vicina a Julija Timoshenko, l'ex eroina del Majdan 2004, che vede definitivamente sfumare i propri sogni di diventare capo dello Stato. La sua dimensione politica è uscita ieri ridimensionata.
 
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